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gli autentici draghi? Da qui si è pensato di collegare la storia con altri
due albi di MM usciti in precedenza,
dedicati agli esseri impossibili, scritti da Stefano Vietti, storico sceneggiatore della Bonelli. Ho quindi fatto
un lavoro anche di incastro, collegamento e coerenza narrativa con due
storie precedenti non scritte da me.
G.G. - Tu scrivi indifferentemente
soggetti per Dylan Dog e Martin
Mystère ma se dovessi immedesimarti in uno dei due quale preferiresti?
S.B. - Martin senza dubbio. Mi ci riconosco moltissimo. Bibliomane, amante della Storia, curioso, ci pensa
su due o tre volte prima di buttarsi in
un’avventura, ma quando decide poi
vi si dedica con passione… Sono anche stato davanti a casa sua a New
York, al n.3 di Washington Mews! In
più è uno dei pochi personaggi dei
fumetti a essere sposato, elemento
che rende narrativamente interessante la gestione delle dinamiche di
coppia con la moglie Diana. Certo,
Martin ha una Ferrari e io no, ma nessuno è perfetto.
G.G. - Esce, come dicevamo anche
in apertura, una storia di Dylan Dog
abbinata alla Gazzetta dello Sport. Si
tratta della ristampa di un albo tutta a
colori. Anche questa ha la tua paternità, ce la vuoi raccontare in breve?
S.B. - L’idea era quella di affrontare
il tema della crisi e di mostrare
Dylan Dog a contatto con un gruppo
di homeless che chiede il suo aiuto.
Naturalmente Dylan li aiuta in modo
disinteressato. Tra i senzatetto la
maggior parte sono vittime della crisi economica. Il personaggio di
Dylan Dog è da sempre anche attento a tematiche sociali, legate
all’attualità. Una delle cose interessanti è che questa storia è stata disegnata da Giancarlo Alessandrini, creatore grafico di Martin Mystère, con
cui poi ho realizzato finora due storie
di MM: “Protocollo Leviathan”, che ti
ho citato, e un’altra che abbiamo appena concluso, basata su Agatha
Christie.
G.G. – Nei prossimi giorni per accompagnare queste due uscite verranno allestite due mostre dove saranno esposti disegni e tavole di
queste storie. Ci vuoi raccontare dove potremo vederle e come saranno
strutturate?
S.B. - Dal 18 gennaio al 20 febbraio
circa vedremo Dylan Dog nel tunnel
della biblioteca Berio, che ospita una
delle sezioni dedicate al fumetto più
vaste del nord Italia: saranno esposte
tutte le 32 tavole a colori della storia
“Il banco dei pegni”, che uscirà in
edicola il 17 febbraio con La Gazzetta
dello Sport. Al Castello D’Albertis –
nell’ala dedicata alla sezione azteca,
tra i reperti precolombiani – vedremo in contemporanea una selezione
di tavole tratte dalla storia di Martin
Mystère “Quetzalcoatl”, circa 30 su
154. Metterle tutte non sarebbe stato
possibile! Al castello d’Albertis sono
in programma anche incontri ed eventi legati alla mostra, che sveleremo a breve.
Un piccolo drago ritrovato
a New York porta Martin
Mystère sulle tracce degli
antichi Aztechi!
MARTIN MYSTÈRE
nr. 343
“QUETZALCOATL”
Uscita: 11/02/2016
Soggetto e Sceneggiatura:
Sergio Badino
Disegni:
Giovanni Romanini
Copertina:
Giancarlo Alessandrini
G.G. - Il fumetto che era considerato
uno svago di serie C anche grazie a
questi due personaggi ha assunto
autorevolezza in Italia. Non solo per i
disegni ma anche per la qualità delle
storie… Forse anche, per non togliere nulla agli autori degli anni ’60 e
’70, grazie una crescita culturale
complessiva di chi legge?
S.B. - Non so… forse la crescita c’è
stata, ma l’analfabetismo di ritorno
cui si assiste in questi ultimi anni è
preoccupante. Gente anche istruita –
o meglio, che va a scuola – ma che
non è in grado di comprendere i
contenuti di un testo. Infatti la crisi
dell’editoria c’è proprio perché c’è
poco ricambio generazionale nei
lettori. I fumetti Bonelli tengono banco perché si rivolgono a un pubblico
New York. Nel corso di
un’azione contro il traffico degli animali esotici,
viene rinvenuto un piccolo drago conservato sotto
spirito, che, dopo attente
analisi, risulta non essere
frutto di un trucco. Su richiesta dell’ispettore Travis, Martin Mystère cerca
di determinare la provenienza dell’incredibile
animale. È l’inizio di
un’avventura che porta il
Detective
dell’Impossibile e Java
fino in Messico, alla ricerca di un personaggio che
forse non era solo leggendario: Quetzalcoatl, il
“serpente piumato” degli
antichi Aztechi. E dove
incontrerà una vecchia
conoscenza interessata
per altri motivi ai cosiddetti “animali fantastici”.