«Gliel’ho chiamata, a Simeone, e sì, ho segnato uno dei gol più belli e importanti della mia carriera».
È il nostro q Vice President a condurci in questo viaggio, un filo che parte da lì e arriva a Gelsenkirchen, sede di Inter-Getafe e anche tappa fondamentale – ai quarti, gol di West ai supplementari – del successo del 1998. «Una squadra, quella, che aveva in Simoni un vero e proprio papà. Era una q famiglia nerazzurra, passata anche da momenti di difficoltà contro Lione e Strasburgo. Sono proprio quelle le situazioni che ti definiscono, che ti aiutano a trovare lo slancio per andare avanti, con maggiore convinzione». Ora, dopo la maratona per chiudere il campionato, sotto con l’Europa League: «Non c’è margine d’errore. Ci siamo abituati a giocare ogni tre giorni, servirà tanta lucidità. Le motivazioni che ti dà un trofeo europeo che tra l’altro puoi raggiungere vincendo quattro partite ti possono far superare la stanchezza».
a tu per tu
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