100% Fitness Mag - Anno VIII Giugno 2014 | Page 13

maggiore di sviluppare malattie allergiche in bambini nati da parto cesareo, che nel corso degli ultimi due/tre decenni in contesti sociali industrializzati, quale il nostro, ha subito un inquietante incremento, tanto che nel 2012 l’Organizzazione mondiale della sanità ha redatto un documento in cui si stabilisce che un tasso di incidenza di parto cesareo superiore al 15% fra tutti i nati potrebbe risultare dannoso sia alla mamma che al piccolo. In ambito europeo il nostro Paese detiene il primato di tagli cesarei, con una media nazionale del 38%, e il picco del 62% in Campania. Il corpo umano ospita un numero enorme di batteri, dieci volte superiore a quello delle proprie cellule, concentrati soprattutto nell’intestino, dove costituisce il cosiddetto microbiota intestinale, un vero e proprio organo batterico con funzioni protettive (difesa nei confronti di batteri patogeni), metaboliche (produzione di vitamine e sostanze a valore energetico) e immunitarie, addestrando il sistema immunitario a riconoscere antigeni utili (alimenti), contrastare quelli pericolosi (batteri patogeni) e non produrre in modo inappropriato sostanze (citochine) pro-infiammatorie, responsabili di innescare malattie allergiche e autoimmunitarie (diabete di tipo 1, colite ulcerosa, malattia di Crohn). Al momento della nascita la mamma attraverso il parto naturale trasferisce i suoi batteri (intestinali e vaginali) che andranno a colonizzare l’intestino sterile del neonato, permettendogli di costruire un proprio microbiota intestinale(eredità microbica). Anche la riduzione della pratica dell’allattamento al seno ha forte responsabilità nell’incremento delle allergie, dato che solo il latte materno è in grado di garantire la prevalenza di batteri intestinali benefici quali lattobacilli e bifidobatteri, con preziose prerogative immunomodulanti. Sicuramente poi l’inquinamento ambientale svolge un ruolo cruciale nell’aumento delle allergie, come degli altri cambiamenti in patologia umana negli ultimi decenni. Si ha infatti motivo di credere che la rivoluzione in atto nella patologia umana, caratterizzata dalla riduzione delle malattie acute da cause infettivo-parassitarie e dall’incremento di incidenza, con comparsa in età sempre più precoce e in modo proporzionale al grado di occidentalizzazione, di patologie endocrinometaboliche (obesità, diabete II, sindrome metabolica), immuno-mediate (allergie, malattie autoimmuni), cardiovascolari, neurodegenerative, neoplastiche, sia il prodotto della diffusione sempre più capillare dell’inquinamento e della rapida trasformazione dell’ambiente.