100% Fitness Mag - Anno VIII Gennaio 2014 | Page 18
#PEDIATRA
Ansia e attacchi
di panico: la chiave
nell’infanzia
Dottor
Carlo Alfaro
http://bit.ly/1dzh7MF
L'ansia è la malattia del nostro tempo, frettoloso ed
iper-tecnologico, poco “a misura d’uomo”. Nasce
come reazione istintiva al pericolo, necessaria a
fronteggiarlo, ma subdolamente si può trasformare
in uno stato d'animo persistente che toglie gioia
alla vita, dà sintomi psichici e fisici, limita le
relazioni. Tra le condizioni predisponenti sembra
ci sia un’infanzia infelice, con un "attaccamento
non sicuro" nei confronti dei genitori, la sicurezza
del cui amore quando siamo piccoli ci rende
invece "resilienti" alle difficoltà della vita. Se un
bambino immagazzina sin dai primi mesi di vita
un modello interno di una persona che si prende
cura di lui in maniera sensibile e affettuosa,
sviluppa il concetto di essere meritevole di
amore e attenzione, indipendentemente poi
dalle vicissitudini della vita. Di qui la nostra
grande responsabilità verso i minori. La vita di
oggi, particolarmente stressante, rende i genitori
meno capaci di offrire un “porto sicuro” di
riserva di affetto e sostegno ai propri figli, i quali
a loro volta si trovano ad affrontare situazioni
esistenziali sempre più complesse e ansiogene.
L’ingigantimento dei problemi di salute attraverso
il tam tam dei media, la poca disponibilità di
tempo che rende i genitori sempre più ansiosi
e insicuri, la perdita della memoria storica di ciò
che è normale nell’infanzia con l’affermarsi della
famiglia “nucleare”- solo i genitori e i figli - fanno
sì che il padre e la madre siano concentrati oggi
solo sul benesserre materiale e fisico dei propri
figli, perdendo l’occasione di entrare in contatto
intimo e reale col loro universo emotivo, col rischio
di crescere un individuo poco incline ad autoesaminarsi ed iper-concentrato sugli aspetti fisici,
organici, fragile ed ansioso. La più tipica e grave
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Gennaio 2014
manifestazione dell'ansia è l'attacco di panico,
che ha come possibili conseguenze l’agorafobia
e l'evitamento di situazioni pubbliche (fobia
sociale). Un attacco di panico è un momento di
paura o disagio acuti ed intensi, tipicamente con
un inizio improvviso e durata variabile dai 2 agli 8
minuti; raramente la durata è maggiore, dalle due
alle tre ore, e possono susseguirsi più attacchi
consecutivi. I sintomi possono includere tremori,
respirazione superficiale ed iperventilazione,
sudorazione, nausea e conati di vomito,
vertigini, parestesie (sensazione di formicolio o
intorpidimento alle mani, al viso, ai piedi o alla
bocca), tachicardia, aumento della pressione
arteriosa, cecità temporanea, sensazione di
soffocamento o difficoltà di respirazione e
affanno (dispnea), dolori al petto e al braccio
sinistro (come nell’infarto), reazioni vasomotorie
(rossore al viso e al petto, vampate di calore o
brividi di freddo), cefalea, confusione mentale,
vertigini, stordimento, pianto e grida o incapacità
di parlare, in un circolo vizioso dove i sintomi
mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa. Gli
attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati
da un evento specifico e spesso lasciano il
soggetto debilitato, spossato, sfinito, dolorante a
causa della contrazione dei muscoli e fortemente
scosso. La maggior parte delle persone che
soffre di attacchi di panico riferisce paura di
morire, di “impazzire” o perdere il controllo
su emozioni e comportamento. L'esperienza
generalmente provoca un forte bisogno di
evitare o scappare dal posto in cui comincia
l'attacco, e porta a cercare aiuto presso servizi
sanitari d'emergenza, convinti di essere vittima
di un grave malore. A volte possono presentarsi
i cosiddetti "campanelli d'allarme" come una
sensazione d'ansia, agitazione, paura che capiti
qualcosa di disastroso, affanno, respirazione
corta e confusione mentale. Dal punto di vista
fisiopatologico, l’attacco è scatenato dalla paura,
che porta al rilascio di adrenalina, la quale causa la
cosiddetta risposta “combatti o fuggi”, come se il
corpo si preparasse ad un'attività fisica importante,
il che comporta una frequenza cardiaca
accresciuta (tachicardia), una respirazione rapida