100% Fitness Mag - Anno VIII Febbraio 2014 | Page 29

"Ascoltare una storia di attese, domande, progetti di vita, dolori, delusioni, frustrazioni: insomma, emozioni. L’espressione artistica scioglie l'irrequietezza, dà sicurezza, fermezza, stabilità alla nostra anima ondeggiante nei flutti delle emozioni. Scrivere, dipingere, comporre è in fondo un modo per prendere parola, raccontarsi, con calma, al di fuori della fretta di un'intervista, o dagli schemi rigidi di un questionario. Si scrive per comunicare un vissuto, per raggiungere quanti non ci conoscono o non ci capiscono nell’ordinarietà della comunicazione spicciola, per 'uscire fuori' da se stessi, dal proprio dolore. L’espressione artistica restituisce ai pazienti la centralità della loro vita, ed offre agli operatori la possibilità di avere una visione più completa, realistica e sensibile dei loro problemi, bisogni e potenzialità. Perché siano proficue, le narrazioni non dovrebbero essere solo uno "sfogo liberatorio". Il momento emotivo dovrebbe essere ri-elaborato dal paziente in sede di racconto. Le narrazioni non sono da confondersi con le denunce, sono la testimonianza di un'esperienza vissuta e rielaborata. In conclusione, la medicina narrativa nasce dal presupposto che le attuali modalità di cura, fortemente condizionate dall'uso delle tecnologie e dalla fretta, abbiano decisamente 'spersonalizzato' il ruolo dei due principali attori malattia non è un atto terapeutico, ma è dare dignità a quella voce e onorarla” in campo: il medico da un lato e il paziente dall'altro. In una medicina super-tecnologica resta troppo poco spazio per le emozioni e p