100% Fitness Mag - Anno VIII Aprile 2014 | Page 36
#OSTETRICA
Prevenzione per il Carcinoma
del collo dell’utero:
PAP-TEST
Dott.ssa Tiziana Giglio
Ostetrica
Lunedì e Giovedì
dalle 18.00 alle 20.00
347.4526208
http://bit.ly/1ilk6vZ
Il test di Papanicolaou o Pap test è un esame
citologico che indaga le alterazioni delle cellule
del collo e della cervice dell'utero.
Il suo nome deriva dal medico greco-americano
Georgios Papanicolaou (1883-1962), il padre
della citopatologia, che sviluppò questo test per
la diagnosi rapida dei tumori del collo dell'utero.
Da allora il Pap test è rimasto pressoché
invariato, e solo in anni recenti è stato
aggiornato con lo sviluppo della citologia in fase
liquida. Fu avviato per la prima volta in Italia da
un medico napoletano, il Prof. Mario Tortora,
suo allievo sin dal 1953. Il Pap test è un test di
screening, la cui funzione principale è quella
di individuare nella popolazione femminile
donne a rischio di sviluppare un cancro del
collo uterino. Inoltre il Pap test può dare utili
indicazioni sull'equilibrio ormonale della donna
e permettere il riconoscimento di infezioni
batteriche, virali o micotiche.
Per l'esecuzione del Pap test viene prelevata
una piccola quantità di cellule del collo
dell'utero con la spatola di Ayre e un
tampone cervicale. La spatola ha una forma
complementare all'anatomia della cervice e
una volta inserita è in grado di prelevare cellule
dall'esocervice grazie a una rotazione di 360°;
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il tampone invece, del tutto simile a quelli usati
per la faringe, preleva esattamente le cellule
dall'endocervice penetrando nell'orifizio uterino
esterno. Nel pap test convenzionale le cellule
vengono quindi strisciate su un vetrino per
l'esame di laboratorio. Nel pap test in fase
liquida una macchina provvede ad allestire un
preparato a "strato sottile".
Indipendentemente dal tipo di allestimento,
le cellule vengono quindi colorate secondo
il metodo di Papanicolau ed esaminate al
microscopio da un citologo o patologo che
provvederà a stilare un referto.
Le diverse risposte riflettono diverse probabilità
di sviluppare o già presentare un tumore del
collo dell'utero. In generale, in caso di test
"non negativo" è indicato un approfondimento
diagnostico (colposcopia ed eventualmente
biopsia) o una ripetizione a breve scadenza
del test, eventualmente associata a tecniche
biomolecolari come la tipizzazione HPV.
In altri casi una ripetizione dell'esame è dovuta
semplicemente ad una insufficiente quantità
delle cellule prelevate o ad un'infiammazione
che può impedire la corretta interpretazione
dell'esame. Il prelievo dev'essere effettuato
lontano da rapporti sessuali, dalle mestruazioni,
dall'impiego di irrigatori vaginali, ovuli o
candelette. L'esame può essere effettuato anche
durante la gravidanza.
In base alle linee guida europee e della
Commissione Oncologica Nazionale, nella
fascia di età compresa tra 25 e 65 anni sarebbe
opportuno effettuare il test almeno ogni tre anni.