100% Fitness Mag - Anno VII Settembre 2013 | Page 48
100% FITNESS MAGAZINE
Quel diavolo della
leishmania
L
Da Ambulatorio
veterinario “Tasso”
Via degli Aranci 9/c
Dott.sse Pascale Adriana e
Russo Marilena
Tel. 0818073845
eishmania infantum è il nome di un
Protozoo parassita responsabile della
ormai troppo nota Leishmaniosi, tanto piccolo quanto diabolico, trasmesso dalla puntura di insetti infettati flebotomi,
simili alle zanzare, chiamati Pappataci.
I Pappataci sono insetti che si nutrono di sangue, attivi soprattutto subito dopo il tramonto
nel periodo da Maggio ad Ottobre e presenti
particolarmente in Italia Centrale, Meridionale, in Sicilia, Sardegna e Liguria; il che rende
tali zone endemiche per la malattia, anche se
si sta diffondendo in altre zone del Nord Italia
che, fino a poco tempo fa, ne erano indenni.
La Leishmaniosi non è una patologia contagiosa, ma si trasmette al cane solo con la puntura del flebotomo infetto. Un cane malato,
di fatto, può essere un pericoloso serbatoio di
Leishmania per Pappataci sani, che possono
contagiarsi, favorendo così la diffusione della
malattia. Sfatiamo, dunque, il mito che un
cane infetto possa infettare altri cani!
Leishmania, una volta all’interno dell’organismo ospite, si riproduce ed inizia un processo
di diffusione ai vari organi, determinando in
alcuni anni, la comparsa della malattia. Vive
all’interno delle cellule del sistema immunitario del cane che, una volta debilitato, potrebbe essere colpito anche da altre infezioni
parassitarie e secondarie.
La Leishmaniosi è, quindi, una malattia progressiva cronica con decorso lentissimo che
non può guarire in modo spontaneo, ma anzi
con la tendenza ad aggravarsi.
L’incubazione può andare dai trenta giorni ai
sette anni e i soggetti più esposti sono – come
facilmente intuibile – i cani di media e grossa
taglia che vivono all’aperto.
Nel Pastore tedesco pare che vi siano fattori di
tipo genetico che ne aumentano la probabilità
di contrarre la malattia.
Alcuni soggetti possono presentarsi come
portatori asintomatici. Nella maggior parte
dei casi, però, la Leishmaniosi ha un esordio
graduale; i sintomi più comuni sono la linfoadenomegalia, dermatite e seborrea secca,
insufficienza renale, milza ingrossata, ulcere
cutanee, dimagrimento, zoppia, onicogrifosi (crescita abnorme delle unghie), alopecia
diffusa e problemi oculari che possono aggravarsi fino alla cecità.
Le combinazioni di sintomi possono essere
molto variabili per cui, per la diagnosi, è
necessaria l’evidenziazione anticorpale; una
diagnosi precoce e dei controlli regolari consentono di garantire al cane una buona qualità
della vita.
La Leishmaniosi è una zoonosi, cioè ne può
essere infettato anche l’uomo. Pertanto, la sua
diffusione è monitorata dal Servizio Sanitario
Nazionale.
Per i cani che vivono nelle zone endemiche e
per quelli che vi si recano nel periodo estivo
è importante eseguire ogni anno presso un
medico veterinario un test di controllo per
verificare se il cane è infetto. Basta un unico
prelievo di sangue ed i risultati sono pronti
in soli dieci minuti.
Fondamentale è quindi la prevenzione ambientale, finalizzata a ridurre al minimo il
rischio che i flebotomi possano pungere il
cane, mediante repellenti cutanei, collari
anti-zanzare (Scalibor e Advantix) o evitando
che i cani dormano all’aperto e/o utilizzando
zanzariere.
Una nuova frontiera della profilassi è rappresentata dal vaccino, in commercio da poco più
di un anno, che contiene una serie di proteine
che vengono escrete/secrete dal parassita,
che stimolano nell’organismo del soggetto
vaccinato l’immunità cellulo-mediata. Tale
vaccino è sicuro, ben tollerato, privo di reazioni sistemiche; esso, però, non essendo
completamente protettivo, non esclude l’utilizzo delle suddette misure preventive quali
repellenti cutanei, zanzariere, ecc.
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