100% FITNESS MAGAZINE
IL MUSCOLO BRUCIA ED
È STANCO MA L’ACIDO
LATTICO NON C’ENTRA
La nuova frontiera dell’allenamento di qualsiasi livello
Salvatore Fattorusso
(Consulente scientifico per lo sport)
U
na delle reazioni tipiche
che caratterizzano la prima fase dell’adattamento
a breve termine citate da
Platonov nel suo articolo è l’accumulo di lattato nella muscolatura provocato da carichi di una determinata
intensità. La sensazione di “BRUCIORE” che si sviluppa nella muscolatura durante un esercizio intenso,
tradizionalmente, viene spiegata con
l’aumento della produzione di acido
lattico da parte dell’organismo. Che
l’acido lattico rappresenti la causa
di quella che viene definita acidosi
lattacida, è insegnato in molti corsi
di fisiologia, biochimica e fisiologia
dello sport in tutto il mondo. La causa dell’acidosi durante carichi fisici
intensi è stata un importante argomento di discussione e di dibattito
tra gli specialisti dell’esercizio fisico
e dell’allenamento e alcuni di essi
continuano a considerare soprattutto la produzione di acido lattico, o
di lattato la causa dell’affaticamento
successivo a carichi di intensità elevata, non tenendo conto che la fatica
è un fenomeno complesso nel quale
svolgono un ruolo l’esaurimento
delle riserve energetiche, la diminuzione dell’attività enzimatica
o le alterazioni del metabolismo
dell’acqua e degli elettroliti. Nel
2004 gli americani Robergs, Ghiasvand e Parker in una loro completa
ed esauriente esposizione della biochimica dell’acidosi metabolica,
prodotta dal carico fisico, hanno
realizzato un riesame molto ampio
di questa problematica che permette
di comprendere dettagliatamente,
in modo estremamente esauriente
e chiaro, quale sia il rapporto tra la
produzione di lattato e acidosi muscolare. Del loro articolo presenterò
brevemente alcuni punti salienti che
riguardano la storia della comprensione del ruolo dell’acido lattico,
ometterò la spiegazione scientifica
(la struttura chimica del metabolismo
energetico nel muscolo), per non appesantire troppo questo importante
argomento.
L’acido lattico fu scoperto da un chimico svedese che nel 1789 isolò un
acido in alcuni campioni di latte inacidito, da cui il nome “lattico” attribuito ad esso. Nel 1810 fu verificata
la presenza dell’acido lattico in altri
tessuti organici come il latte fresco,
la carne e il sangue, mentre nel 1869
ne fu determinata la formula. Sempre nel 1869 furono osservati diversi isomeri dell’acido lattico durante
la sua formazione nelle reazioni di
fermentazione. La fermentazione è
una trasformazione chimica operata
da enzimi in una sostanza organica
nella quale la sostanza viene scissa
in sostanze più semplici. Poiché l’acido lattico è una sostanza esistente
in natura, originariamente trovata nei
prodotti alimentari, si è continuato ad
usarlo per acidificare alcuni alimenti
e alcune bevande, come anche per la
loro conservazione. Viene utilizzato,
quindi, come conservante, acidificante, aroma, tampone ph e antibatterico
in numerose applicazioni e processi
alimentari, come, ad esempio, la produzione di dolci, pane e pasticceria,
bibite, salse, sorbetti, prodotti caseari,
birra marmellate e confetture, maionese e altri cibi elaborati, spesso in
unione con altri additivi.
La spiegazione dominante dell’acidosi lattacida nell’uomo può essere
attribuita a Meyerhoff e Hill che nel
1922 ricevettero il premio Nobel per
la fisiologia e medicina. Questi affermarono dopo ricerche parziali e non
sperimentate che la produzione di
acido lattico (lattato, due sostanze
diverse), fosse la causa dell’acidosi muscolare e quindi della fatica.
Questo assunto, tuttora viene tenuto presente nell’analisi funzionale
dell’atleta, determinando a dir poco,
imprecise informazioni per i ritmi di
allenamento.
Robergs et al. dimostrarono attraverso dettagliati reazioni chimiche come
l’acido Lattico non sia prodotto dal
corpo umano e come il lattato sia il
prodotto di una reazione accessoria
della glicolisi.
Se ci si chiede, allora, quale sia la causa dell’acidosi, è stato osservato che
in sintesi quando le richieste energetiche sono più o meno intense, si ha
la produzione da parte dell’organismo
umano di due ioni, ione LATTATO
e ione IDROGENO ed è proprio
l’accumulo dello ione idrogeno, che
determina e causa l’acidosi, causato
dal molto più elevato coinvolgimento della glicolisi anaerobica. Durante
questo tipo di carico, per far fronte
a tali richieste, viene reclutato un
numero XY