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la questione con una specie di enigma
nell’enigma: “lo Spirito Santo produsse la natura umana in Cristo non dalla
propria sostanza (giusto, altrimenti
non sarebbe stato uomo ma Dio) ma
solo operò con la propria virtù alla sua
produzione”. Chiarissimo! In tutto
ciò è presente un evidente orrore
della sessualità, orrore che percorre
tutta la storia del cristianesimo, come
se essa non fosse opera della natura.
AFRODITE è l’opposto di questo
universo misogino e avverso al corpo in generale e a quello della donna
in particolare. Essa rappresentava
appunto la bellezza fisica, la sessualità, e “univa alla perfezione celeste
le debolezze dei mortali” scrive Eva
CANATRELLA nel suo libro “L’amore è un dio”. “Afrodite apparve un
giorno agli occhi attoniti dei mortali,
che mai avevano visto tanta bellezza,
sorgendo dalla spuma del mare, formatasi quando Crono, futuro padre
degli dei, aveva reciso i genitali del
proprio padre Urano e li aveva scagliati fra le onde”. Gli dei, e non solo
essi, faranno a gara per possederla,
benché sia unita da Zeus in matrimonio con il brutto e claudicante Efesto.
“Il numero dei suoi amanti è degno
di tutto rispetto: Adone, Anchise,
Ares, Dioniso, Ermes, Poseidone, e
secondo alcuni lo stesso Zeus. Ma
il preferito- scrive la Cantarella – è
senza dubbio Ares, il dio della guerra.
Infatti appena Efesto voltava le spalle
Afrodite ne approfittava per appartarsi con Ares (Marte)”
In un suo libro del 1979 “Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico”, edito da Queriniana,
l’allora teologo Joseph RATZINGER,
poi divenuto papa, passando per la
Congregazione per la dottrina della
fede, scriveva: “La filiazione divina di
Gesù non si basa, secondo la fede della Chiesa, sul fatto che Gesù non ha
avuto padre umano; la dottrina della
divinità di Gesù non sarebbe messa in
forse se Gesù fosse nato da un normale matrimonio”. Ma, se le cose stanno
in questi termini, perchè allora, ci si
chiede, è stata elaborata, nel corso dei
secoli, l’immagine di una donna che,
benché ricca di fascino, di perfezione,
di bellezza incorporea ed eterea, ha
pochissimo in comune con le donne
comuni?