100% Fitness Mag - Anno VII Luglio 2013 | Page 49

49 100% FITNESS MAGAZINE Visita il nuovo sito della rivista: www.salutefitness.it la questione con una specie di enigma nell’enigma: “lo Spirito Santo produsse la natura umana in Cristo non dalla propria sostanza (giusto, altrimenti non sarebbe stato uomo ma Dio) ma solo operò con la propria virtù alla sua produzione”. Chiarissimo! In tutto ciò è presente un evidente orrore della sessualità, orrore che percorre tutta la storia del cristianesimo, come se essa non fosse opera della natura. AFRODITE è l’opposto di questo universo misogino e avverso al corpo in generale e a quello della donna in particolare. Essa rappresentava appunto la bellezza fisica, la sessualità, e “univa alla perfezione celeste le debolezze dei mortali” scrive Eva CANATRELLA nel suo libro “L’amore è un dio”. “Afrodite apparve un giorno agli occhi attoniti dei mortali, che mai avevano visto tanta bellezza, sorgendo dalla spuma del mare, formatasi quando Crono, futuro padre degli dei, aveva reciso i genitali del proprio padre Urano e li aveva scagliati fra le onde”. Gli dei, e non solo essi, faranno a gara per possederla, benché sia unita da Zeus in matrimonio con il brutto e claudicante Efesto. “Il numero dei suoi amanti è degno di tutto rispetto: Adone, Anchise, Ares, Dioniso, Ermes, Poseidone, e secondo alcuni lo stesso Zeus. Ma il preferito- scrive la Cantarella – è senza dubbio Ares, il dio della guerra. Infatti appena Efesto voltava le spalle Afrodite ne approfittava per appartarsi con Ares (Marte)” In un suo libro del 1979 “Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico”, edito da Queriniana, l’allora teologo Joseph RATZINGER, poi divenuto papa, passando per la Congregazione per la dottrina della fede, scriveva: “La filiazione divina di Gesù non si basa, secondo la fede della Chiesa, sul fatto che Gesù non ha avuto padre umano; la dottrina della divinità di Gesù non sarebbe messa in forse se Gesù fosse nato da un normale matrimonio”. Ma, se le cose stanno in questi termini, perchè allora, ci si chiede, è stata elaborata, nel corso dei secoli, l’immagine di una donna che, benché ricca di fascino, di perfezione, di bellezza incorporea ed eterea, ha pochissimo in comune con le donne comuni?