100% Fitness Mag - Anno VII Luglio 2013 | Página 26
100% FITNESS MAGAZINE
PEDIATRA
Il reflusso
gastro-esofageo
B
Dottor
Carlo Alfaro
Pediatra
imbi che rifiutano di mangiare, piangono incessantemente tra le poppate, rigurgitano spesso o hanno asma
perenne o bronchiti recidivanti: può
trattarsi di eflusso gastro-esofageo. Per “reflusso gastro-esofageo” si intende la salita
di contenuto gastrico nell’esofago, che può
essere accompagnato o meno da rigurgito e
vomito. In sé può essere anche fisiologico o
quasi fisiologico(“digestione lenta”), soprattutto nei lattanti.
La Malattia da RG E (MRGE) è una complicazione del reflusso persistente, ed è associata
a sintomi da infiammazione della mucosa
dell’esofago per corrosione dall’acidità dei
succhi gastrici, o delle vie aeree per fenomeni
di aspirazione. Negli ultimi decenni questa
patologia è notevolmente aumentata in tutto
il mondo, ma in parte questo aumento non
corrisponde ad un incremento di incidenza
bensì ad una sovradiagnosi, senza accertamenti accurati, soprattutto nel bambino fino
a un anno di vita, con l’attribuzione sempre
a reflusso di sintomi molto comuni quali pianto, tosse ed irritabilità. Per tale motivo si è
avuto anche un aumento, non giustificabile,
nella prescrizione di farmaci quali ranitidina
e inibitori di pompa, che non sono privi di effetti collaterali. Per la diagnosi certa di reflusso non è valida l’ecografia, oggi certamente
abusata, ma servono la pH-impedenzometria
e l’esofago-gastro-duodenoscopia.
Per quanto riguarda il trattamento, prima di
ricorrere ai farmaci anti-ulcera bisogna far
riferimento a rimedi più semplici, in primis la
posizione. Attualmente per evitare il rischio
di SIDS (morte improvvisa del lattante) si
consiglia di mantenere comunque sempre
la posizione supina, ma in caso di reflusso
sollevare il busto del bambino dai 30 ai
45 gradi. L’alimentazione anche riveste un
ruolo importante. Nel lattante vengono oggi
poco adoperati gli addensanti (farine di semi
di carruba, crema di riso) da aggiungere al
latte, perché sono più utili le formule AntiRigurgito (AR) presenti in commercio.
Nei casi in cui il loro uso non apporta sostanziali modifiche, probabilmente si è in presenza di un pilorospasmo, cioè un disturbo funzionale che comporta un rallentato transito
del latte, che ristagna per più tempo nello
stomaco e quindi ha più tempo per risalire. In
questi bambini può essere utile una formula
con meno lattosio, o, nei casi più gravi, priva
di proteine del latte vaccino (idrolisato).
Secondo la letteratura scientifica, però, l’idrolisato andrebbe riservato a quei lattanti che
presentano una elevata familiarità allergica
o altri sintomi allergici quali dermatite atopica, broncospasmo recidivante o sangue nelle
feci. Per quanto riguarda l’alimentazione del
bambino più grande e dell’adolescente, ci
sono evidenze cliniche di un peggioramento
dei sintomi in occasione di ingestione di alcuni alimenti (pomodoro, cioccolata, succhi
di frutta, thè, yogurt alla frutta).
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