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CURIOSITÀ
LA «FAME NERVOSA» PUÒ VENIRE
ANCHE QUANDO SI È FELICI
Il rapporto tra umore e calorie è meno scontato del previsto
Si sente spesso parlare di «fame
nervosa», quel meccanismo che
spinge alcune persone a rispondere alle emozioni mangiando di più.
E poiché le emozioni cui si fa solitamente riferimento sono negative,
viene spontaneo attribuire al cibo
un ruolo di conforto. Di recente,
però, alcuni esperti di vari centri
di ricerca hanno cominciato a focalizzare l’attenzione anche sulle
emozioni positive: in pratica, se
la tristezza fa sentire il bisogno di
mangiare «qualcosa di buono», la
contentezza non potrebbe, a sua
volta, rappresentare un motivo per
concederselo? Sono molte le ragioni che inducono a pensarlo, prima
fra tutti quel meccanismo acquisito
che ci porta ad associare le sensazioni positive al cibo. Basti pensare
ai matrimoni, ai compleanni e alle
tante altre occasioni di festa che si
celebrano anche a tavola.
Per approfondire l’argomento,
alcuni ricercatori della Utrecht
University hanno condotto uno
studio, appena pubblicato online
su Appetite. La ricerca, condotta
su studenti universitari non obesi,
comprendeva tre tipi di test. Nel
primo test un gruppo di studenti
assisteva a proiezioni in grado di
indurre emozioni positive (uno dei
filmati prevedeva, per esempio, la
ripresa di un piccolo panda che
starnutiva talmente forte da spaventare la mamma), mentre un
secondo gruppo assisteva a riprese
emotivamente “neutre