100% Fitness Mag - Anno VII Gennaio 2013 | Page 44

100% FITNESS MAGAZINE FILOSOFIA A proposito delle Sirene S i racconta che Eracle (Ercole), in una delle sue sue zuffe e risse, abbia staccato un corno ad Acheloo, un dio delle acque, la cui parte inferiore era simile a un pesce serpentiforme. Dalle gocce di sangue cadute dalle ferite, erano nate le Sirene. La tradizione omerica colloca queste divinità anche nella Magna Grecia, da Napoli (Partenope, la verginale) fino a Ligea (probabilmente Sorrento, colei che ha la voce bianca) dove erano, insieme, venerate e temute, spesso associate alle Parche, alle Erinni, alle Arpie, divinità vecchie e spaventose, tremende e vendicatrici. A differenza di queste ultime, però, le Sirene sono rappresentate come fanciulle bellissime, benché la parte inferiore del loro corpo sia simile a quella dei volatili o dei pesci. Sono anche accostate alle Muse, perché tengono la lira, suonano il doppio flauto e amano il canto. Nessuna donna ha mai posseduto la loro voce. Voce suadente e incantatrice, ma ingannevole. Si tratta di divinità con caratteristiche ambivalenti, come del resto tutti gli abitanti del cielo, i Celesti, (nessun riferimento a Formigoni), del mare e degli abissi. Ma chi sono veramente le Sirene? Da Platone fino ai Padri della Chiesa, tentativi di dare ad esse una identità precisa ne sono stati fatti e, di volta in volta, sono apparse come simboli della conoscenza, della poesia, della musica, del piacere mondano e sensuale, oppure come esseri del mondo sotterraneo e compagne della regina degli inferi. Secondo Kerènyi “il loro compito era quello di ricevere coloro che arrivavano presso la grande regina degli inferi, di incantarli con i dolci suoni della loro musica e del loro canto”. Per questo compito psicopom