100% Fitness Mag - Anno VII Aprile 2013 | Page 11

SCOPERTE SCIENZA ALIMENTAZIONE SUSHI PER LA DIETA? FALSO E’ CARICO DI CARBOIDRATI E ZUCCHERI L’allarme sushi è lanciato dalla dietista e scrittrice inglese Rachel Beller che lo identifica come un piatto ricco di carboidrati e di zuccheri, troppo salato e con pochi grammi di pesce e verdure. Con una media di 1000 calorie a pasto il sushi è in pratica tutt’altro che salutare paragonabile, se non addirittura peggiore, di un mega hamburger farcito. Nel dettaglio solo un sushi roll contiene dalle 300 fino alle 350 calorie, se si tratta di un californian roll (sushi con maionese e avocado), esattamente come due fette di pane. Il 75% del piatto è composto da riso che, non essendo bollito in acqua ma condito con aceto di riso zuccherato, è particolarmente ricco di carboidrati e zuccheri. Il pesce in ogni sushi non supera mai i 5 grammi e l’elevato contenuto di sale (3 grammi in un solo cucchiaio) deriva dalla salsa di soia. Ad aggravare la situazione c’è anche la scarsa capacità saziante del sushi che di per sé non è considerato un cibo in grado di eliminare completamente il senso di fame. Come ovviare a tutto questo? Preferendo il sashimi che non contiene riso ma solo pesce, evitando salsa di soia e zuppa di miso – anche questa troppo salata – e completando il pasto con insalata, frutta o yogurt magro. FRUTTA SECCA, NON RINUNCIARE A PIACERI E BENEFICI DURANTE LA DIETA Chi è a dieta si priva di questo piacere per il luogo comune, che considera la frutta col guscio troppo calorica. Effettivamente 100 grammi di noci hanno 660 calorie, di nocciole e di pistacchi 600, di mandorle 575, di arachidi 547, ma come prima considerazione è necessario specificare che per arrivare a un numero di calorie considerevole bisognerebbe mangiare molti frutti, poiché una noce sgusciata, per esempio, pesa circa 4 grammi e una mandorla 2. In realtà gli studi effettuati in materia dimostrano che la frutta secca può essere assunta durante le diete ipocaloriche: contiene alti livelli di acidi grassi monoinsaturi che aiutano a controllare la glicemia e i lipidi nel sangue, preservando il colesterolo HDL, il cosidetto «colesterolo buono». Al di là delle loro calorie, i semi oleaginosi non solo non fanno ingrassare, ma contengono fibre, proteine, vitamine, minerali e acidi grassi come gli omega 3, nella stessa quantità del pesce. SALUTE CURIOSITÀ Salumi e insaccati, l’eccesso un rischio per il cuore Uno studio svolto dai ricercatori dell’Università di Zurigo, con la collaborazione di altri istituti sparsi in tutta Europa e pubblicato sulla rivista BMC Medicine, mette al bando salumie insaccati. O, almeno, suggerisce di limitare le dosi. Dopo aver seguito per un periodo di 8 anni circa 450.000 persone di età compresa tra i 35 e i 69 anni e analizzato le cause di morte di 26.000 di loro, gli studiosi hanno evidenziato una correlazione tra il consumo di insaccati e la probabilità, maggiore del 44%, di avere un danno grave come un infarto o un tumore.Eliminando altri fattori, come la tendenza ad abusare di alcolici che spesso si riscontra negli stessi soggetti abituati a mangiare troppi insaccati, le carni lavorate (categoria che comprende appunto salami, pancette e prosciutti), sono state individuate anche come responsabili dell’aumento di problemi cardiaci (del 72%) e di tumori (dell’11%). Di fatto «Una salsiccia al g