SCOPERTE
SCIENZA
ALIMENTAZIONE
SUSHI PER LA DIETA?
FALSO E’ CARICO DI
CARBOIDRATI E ZUCCHERI
L’allarme sushi è lanciato dalla dietista e scrittrice inglese Rachel Beller che
lo identifica come un piatto ricco di carboidrati e di zuccheri, troppo salato
e con pochi grammi di pesce e verdure. Con una media di 1000 calorie a
pasto il sushi è in pratica tutt’altro che salutare paragonabile, se non
addirittura peggiore, di un mega hamburger farcito. Nel dettaglio solo
un sushi roll contiene dalle 300 fino alle 350 calorie, se si tratta di un californian roll (sushi con maionese e avocado), esattamente come due fette
di pane. Il 75% del piatto è composto da riso che, non essendo bollito in
acqua ma condito con aceto di riso zuccherato, è particolarmente ricco
di carboidrati e zuccheri. Il pesce in ogni sushi non supera mai i 5 grammi
e l’elevato contenuto di sale (3 grammi in un solo cucchiaio) deriva dalla
salsa di soia. Ad aggravare la situazione c’è anche la scarsa capacità
saziante del sushi che di per sé non è considerato un cibo in grado di
eliminare completamente il senso di fame. Come ovviare a tutto questo?
Preferendo il sashimi che non contiene riso ma solo pesce, evitando salsa
di soia e zuppa di miso – anche questa troppo salata – e completando il
pasto con insalata, frutta o yogurt magro.
FRUTTA SECCA, NON RINUNCIARE A
PIACERI E BENEFICI DURANTE LA DIETA
Chi è a dieta si priva di questo piacere per il luogo comune, che considera la frutta col guscio troppo calorica. Effettivamente 100 grammi
di noci hanno 660 calorie, di nocciole e di pistacchi 600, di mandorle
575, di arachidi 547, ma come prima considerazione è necessario
specificare che per arrivare a un numero di calorie considerevole
bisognerebbe mangiare molti frutti, poiché una noce sgusciata, per
esempio, pesa circa 4 grammi e una mandorla 2. In realtà gli studi
effettuati in materia dimostrano che la frutta secca può essere
assunta durante le diete ipocaloriche: contiene alti livelli di acidi
grassi monoinsaturi che aiutano a controllare la glicemia e i lipidi nel
sangue, preservando il colesterolo HDL, il cosidetto «colesterolo buono». Al di là delle loro calorie, i semi oleaginosi non solo non fanno
ingrassare, ma contengono fibre, proteine, vitamine, minerali e acidi
grassi come gli omega 3, nella stessa quantità del pesce.
SALUTE
CURIOSITÀ
Salumi e
insaccati,
l’eccesso un
rischio per il
cuore
Uno studio svolto dai ricercatori dell’Università di Zurigo,
con la collaborazione di altri
istituti sparsi in tutta Europa e
pubblicato sulla rivista BMC
Medicine, mette al bando salumie insaccati. O, almeno,
suggerisce di limitare le dosi.
Dopo aver seguito per un periodo di 8 anni circa 450.000
persone di età compresa tra i
35 e i 69 anni e analizzato le
cause di morte di 26.000 di
loro, gli studiosi hanno evidenziato una correlazione
tra il consumo di insaccati e
la probabilità, maggiore del
44%, di avere un danno grave come un infarto o un tumore.Eliminando altri fattori,
come la tendenza ad abusare
di alcolici che spesso si riscontra negli stessi soggetti abituati
a mangiare troppi insaccati, le
carni lavorate (categoria che
comprende appunto salami,
pancette e prosciutti), sono
state individuate anche come
responsabili dell’aumento di
problemi cardiaci (del 72%)
e di tumori (dell’11%). Di fatto «Una salsiccia al g