100% Fitness Mag - Anno VI Ottobre 2012 | Page 22

100% FITNESS MAGAZINE AUDIOPROTESISTA L’ipoacusia improvvisa L’ ipoacusia improvvisa rimane a tutt’oggi un’ entità clinica non ben definita; rappresenta circa l’1 % di tutte le ipoacusie neurosensoriali. Con questo termine si indica una diminuzione dell’udito, completa o parziale, insorta in meno di 3 giorni, per una sofferenza a carico dell’orecchio interno o del nervo acustico (ipoacusia neurosensoriale). La manifestazione clinica, è solo l’epifenomeno di varie condizioni patologiche. In pratica non esiste ancora oggi una definizione universalmente condivisa e lo stesso termine “improvviso” è comunque aleatorio. In effetti gran parte degli studiosi definisce l’ipoacusia improvvisa un’ipoacusia neurosensoriale maggiore di 30 dB presente in almeno 3 frequenze contigue, che si è manifestata in un periodo di tempo non superiore ai 3 giorni. Per quanto concerne l’età più colpita si riconosco due picchi di incidenza: tra i 30 e i 40 anni e tra i 55 e 60 anni. Generalmente la sordità improvvisa è monolaterale nel 90% dei casi e interessa più frequentemente il sesso maschile. Inoltre nell’80% dei casi l’eziologia è ignota o solo sospetta. Le più comuni cause di sordità improvvisa sono: infezioni virali (parotite, morbillo, rosolia, etc), forme vascolari (sindromi di iperviscosità, disturbi occlusivi del microcircolo per aterosclerosi o diabete, trombo embolia, etc), traumi (baro traumi, traumi cranici, etc), infezioni batteriche (labirintite, meningite, etc), neoplasie (neurinoma dell’VIII, etc),           Dottoressa Tea Maione Laureata in Tecniche Audioprotesiche. Disponibile telef. Martedì dalle 09.00 alle 11.00 Cell. 338.9648341     farmaci (diuretici, chemioterapici, etc), rumore (trauma acustico acuto). Al deficit uditivo, quasi sempre unilaterale che può manifestarsi in pieno benessere, possono associarsi acufeni e più raramente vertigine. Vi è sempre un fastidioso difetto di localizzazione della sorgente sonora, con senso di instabilità. La maggior parte degli studi riporta comunque una guarigione spontanea in circa il 65-70% dei casi. Si ritiene comunque che il recupero funzionale sia migliore per le frequenze mediogravi e che la presenza di vertigine associata rappresenti un fattore prognostico negativo. In pratica si evince che il miglioramento si ha soprattutto all’ apice della coclea, laddove sono rappresentate le frequenze inferiori. Alla luce di queste considerazioni si può affermare che la tipologia della curva audiometrica sia un importante fattore prognostico. E’ invece comunemente accettato che le ipoacusie pantonali con perdita maggiore di 90 dB abbiano scarsissime possibilità di recupero. Questa considerazione può essere spiegata dal fatto che in questi casi il danno iniziale è più grave e conseguentemente è più frequente che sia irreversibile. Viene inoltre attribuita importan- za anche alla soglia dell’ orecchio controlaterale in quanto si ritiene che il recupero della funzionalità uditiva è più frequente se l’orecchio controlaterale è normale. Questa osservazione induce ad ipotizzare che almeno una parte dei casi di ipoacusia improvvisa presentino un condizione auricolare preesistente su cui si innesca la malattia. In sintesi la prognosi dell’ipoacusia improvvisa dipende da numerosi fattori tra cui sicuramente importanti sono: - La gravità della perdita uditiva iniziale - Il tipo di curva audiometrica - La vertigine associata - L’età del paziente - Il tempo di trattamento E’ stato inoltre ampiamente studiato che in caso di ipoacusia improvvisa, indipendentemente daIl’ eziologia responsabile, si ha una riduzione della pressione parziale a livello della perilinfa ed è dunque importante l’uso della terapia iperbarica, soprattutto nei soggetti con meno di 50 anni. La teoria vascolare a tutt’oggi rimane piuttosto controversa anche se numerose segnalazioni confermano l’efficacia della terapia tesa al miglioramento della circolazione. L’ipotesi virale è verosimilmente la più comune e numerosi studi istopatologici hanno confermato 22