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AUDIOPROTESISTA
L’ipoacusia
improvvisa
L’
ipoacusia improvvisa rimane a tutt’oggi un’ entità
clinica non ben definita;
rappresenta circa l’1 % di
tutte le ipoacusie neurosensoriali.
Con questo termine si indica una
diminuzione dell’udito, completa o
parziale, insorta in meno di 3 giorni,
per una sofferenza a carico dell’orecchio interno o del nervo acustico
(ipoacusia neurosensoriale).
La manifestazione clinica, è solo
l’epifenomeno di varie condizioni
patologiche.
In pratica non esiste ancora oggi una
definizione universalmente condivisa
e lo stesso termine “improvviso” è
comunque aleatorio.
In effetti gran parte degli studiosi definisce l’ipoacusia improvvisa un’ipoacusia neurosensoriale maggiore di
30 dB presente in almeno 3 frequenze contigue, che si è manifestata in
un periodo di tempo non superiore
ai 3 giorni.
Per quanto concerne l’età più colpita
si riconosco due picchi di incidenza:
tra i 30 e i 40 anni e tra i 55 e 60
anni. Generalmente la sordità improvvisa è monolaterale nel 90% dei
casi e interessa più frequentemente
il sesso maschile. Inoltre nell’80%
dei casi l’eziologia è ignota o solo sospetta. Le più comuni cause di sordità
improvvisa sono:
infezioni virali (parotite, morbillo, rosolia, etc),
forme vascolari (sindromi di
iperviscosità, disturbi occlusivi del microcircolo per aterosclerosi o
diabete, trombo embolia, etc),
traumi (baro traumi, traumi
cranici, etc),
infezioni batteriche (labirintite, meningite, etc),
neoplasie (neurinoma dell’VIII, etc),
Dottoressa
Tea Maione
Laureata in Tecniche Audioprotesiche.
Disponibile telef. Martedì dalle 09.00 alle 11.00
Cell. 338.9648341
farmaci (diuretici, chemioterapici, etc),
rumore (trauma acustico
acuto).
Al deficit uditivo, quasi sempre
unilaterale che può manifestarsi in
pieno benessere, possono associarsi
acufeni e più raramente vertigine.
Vi è sempre un fastidioso difetto di
localizzazione della sorgente sonora,
con senso di instabilità.
La maggior parte degli studi riporta
comunque una guarigione spontanea
in circa il 65-70% dei casi. Si ritiene
comunque che il recupero funzionale
sia migliore per le frequenze mediogravi e che la presenza di vertigine
associata rappresenti un fattore prognostico negativo. In pratica si evince
che il miglioramento si ha soprattutto
all’ apice della coclea, laddove sono
rappresentate le frequenze inferiori.
Alla luce di queste considerazioni si
può affermare che la tipologia della
curva audiometrica sia un importante
fattore prognostico.
E’ invece comunemente accettato
che le ipoacusie pantonali con perdita
maggiore di 90 dB abbiano scarsissime possibilità di recupero.
Questa considerazione può essere
spiegata dal fatto che in questi casi
il danno iniziale è più grave e conseguentemente è più frequente che sia
irreversibile.
Viene inoltre attribuita importan-
za anche alla soglia dell’ orecchio
controlaterale in quanto si ritiene
che il recupero della funzionalità
uditiva è più frequente se l’orecchio
controlaterale è normale. Questa osservazione induce ad ipotizzare che
almeno una parte dei casi di ipoacusia
improvvisa presentino un condizione
auricolare preesistente su cui si innesca la malattia.
In sintesi la prognosi dell’ipoacusia
improvvisa dipende da numerosi fattori tra cui sicuramente importanti
sono:
- La gravità della perdita uditiva iniziale
- Il tipo di curva audiometrica
- La vertigine associata
- L’età del paziente
- Il tempo di trattamento
E’ stato inoltre ampiamente studiato
che in caso di ipoacusia improvvisa,
indipendentemente daIl’ eziologia responsabile, si ha una riduzione della
pressione parziale a livello della perilinfa ed è dunque importante l’uso
della terapia iperbarica, soprattutto
nei soggetti con meno di 50 anni.
La teoria vascolare a tutt’oggi rimane piuttosto controversa anche se
numerose segnalazioni confermano
l’efficacia della terapia tesa al miglioramento della circolazione.
L’ipotesi virale è verosimilmente
la più comune e numerosi studi
istopatologici hanno confermato
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