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PSICOLOGA
Di padre in padre:
l’evoluzione dell’identità paterna
N
EW
La scoperta della paternità
Dottoressa
Luisa Donnarumma
Psicologa Psicoterapeuta
Cell. 3498146558
Tel. 081.8023204
Per millenni gli esseri umani hanno pensato
che la capacità di procreare fosse peculiarità
esclusiva della donna, si ignorava che l’uomo fosse responsabile della fecondazione.
La relazione fra procreazione ed atto sessuale, infatti, non è di evidenza immediata
in quanto il concepimento non è manifesto
e il lasso di tempo fra questo ed il parto è
insospettabilmente lungo per far ipotizzare
una connessione.
Pertanto, agli inizi dello sviluppo umano
(nel paleolitico, come nei parenti biologici
più vicini, scimpanzé e bonobo), i maschi
non presentano alcun legame di “paternità”
ed il concetto stesso di paternità era sconosciuto. Solo con una maggiore organizzazione sociale e uno stile di vita stanziale,
in particolare, dedicandosi all’allevamento,
l’uomo del neolitico ebbe la possibilità di osservare la funzione procreativa del rapporto
sessuale fra maschio e femmina.
A seguito della rivoluzionaria scoperta che
è il seme dell’uomo a fecondare la donna e
a renderla madre, ha iniziato a profilarsi il
concetto di paternità, oltre che un modello sociale patrilineare dai riverberi epocali,
non solo per quanto riguarda la normativa
della sessualità stessa (proibizione dei rapporti liberi e dell’attività sessuale non finalizzata alla fecondazione), ma anche per
l’intero assetto politico, sociale ed economico (primato assoluto dell’uomo sulla donna
e sui figli; forme di proprietà privata).
Solo a partire dalle trasformazioni sociali
ed istituzionali dell’epoca medioevale (introduzione dell’apprendistato e delle prime
forme di scuola) e di quella illuminista (famiglia nucleare) è stato possibile mettere in
dubbio questo modello e accedere a nuove
concezioni della famiglia. Si dedica attenzione alle caratteristiche e ai bisogni propri
dell’infanzia; si riconoscono alla donna sentimenti materni e le si affida il ruolo centrale nella tutela, educazione e socializzazione
dei figli; l’affetto paterno si può esprimere
attraverso una nuova comprensione e rispetto dell’individualità del figlio.
Il lavoro extradomestico di entrambi i geni-
tori (dalla rivoluzione industriale in poi) e
altre vicissitudini storiche (i conflitti mondiali) introducono sostituti genitoriali e, in
particolare paterni (istitutori, balie, scuola,
istituti extrascolastici, ecc.) che contribuiscono all’evoluzione del ruolo paterno (da
autorità sacrale a guida morale, da sostegno
economico della famiglia a care-giver).
Nella seconda metà del novecento, i fattori
che sembrano contribuire maggiormente
alla trasformazione del concetto di paternità sono la diffusione delle famiglie monoparentali e di quelle ricostruite, l’aumento
delle convivenze, l’aumento delle nascite
fuori dal matrimonio, la diminuzione del
tasso di natalità, l’ampliamento del numero
delle donne lavoratrici.
Recentemente sembra svilupparsi un movimento di ricerca di nuovi aspetti della
paternità: entrano in uso nuove definizioni
(“nuova paternità”, “paternalità”, ecc.); si
diffondono immagini di contatto tra padri e
bambini; i padri sono più coinvolti nei corsi
di accompagnamento alla nascita, sempre
più presenti nella sala parto e più informati.
Le dimensioni della paternità cui oggi si è
più sensibili sono la gratificazione affettiva,
le emozioni provate nell’esercizio della funzione di padre, l’acquisizione di una diversa
prospettiva nei confronti della sessualità e
dei sentimenti, la differenziazione dalla
madre.
La nascita della paternità
La paternità è un evento sociale ma anche
un importante processo psicologico, che
inizia molto prima del parto, un processo
evolutivo di individuazione dell’uomo.
L’accesso alla genitorialità costituisce una
tappa complessa e critica nello sviluppo psicosessuale di ciascun individuo.
Gli psicoanalisti hanno cominciato a interessarsi ai processi psico-affettivi che caratterizzano il passaggio alla paternità quando,
a partire dagli anni ’50, si sono trovati di
fronte a fenomeni psicosomatici, disturbi
del comportamento (passaggio all’atto, turbe sessuali, etc.) e manifestazioni psicotiche
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