SCOPERTE
SCIENZA
ALIMENTAZIONE
I nostri ragazzi, tutto il
giorno in poltrona.
Il 60% degli adolescenti passa 11 ore al giorno tra
sedia e divano.
A quell’età, l’adolescenza, lo sport e l’attività fisica in generale dovrebbero essere vissuti come una necessità, oltre che un piacere. E invece
pare proprio che la maggioranza degli adolescenti italiani consideri
lo sport come una minaccia, se è vero che il 60% di loro trascorre
tra le 10 e le 11 ore tra la sedia e la poltrona. L’indagine
La fotografia è stata scattata dall’edizione 2011-2012 dell’indagine “Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti” della Società Italiana di Pediatria,
giunta alla quindicesima edizione, che ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di 2081 studenti (1042 maschi - 1039 femmine)
frequentanti la classe terza media inferiore. Secondo i dati il 60% degli
adolescenti trascorre tra le 10 e le 11 ore al giorno seduto, con tutti
i rischi che ciò comporta in termini di insorgenza di malattie croniche in età adulta. Dalle 3 alle 4 sono in media le ore trascorse davanti
a uno schermo, Tv e/o pc che sia, alle quali si sommano le 4 ore passate
nel banco a scuola (stima riduttiva), l’ora e mezza destinata a pranzo
e cena, e l’ora e mezza dedicata ai compiti.Epidemia di sedentarietà
La causa principale di questa “epidemia di sedentarietà” è il sommarsi
del tempo trascorso davanti alla televisione a quello trascorso a navigare in Internet, che dal 2008 è diventato un fenomeno di massa per
gli adolescenti. Con l’aggravante che quest’anno la tv, dopo 4 anni di
declino, sta tornando ad esercitare un certo fascino sugli adolescenti;
ma fiction e partite di calcio non si sostituiscono al pc e al web, che
continua ad avere un trend in crescita.
Meno di un adolescente su cinque segue il tradizionale suggerimento
dei pediatri di non superare le due ore al giorno tra tv e computer.
Non consolano i dati sul tempo che gli adolescenti dichiarano di
dedicare all’attività sportiva raccolti dalla Sip in collaborazione
con la Federazione Medici Sportivi Italiani. Circa il 40% (44% delle
femmine) oltre alle due ore (lorde) di educazione fisica previste dall’orario scolastico, non pratica alcuna attività sportiva o pratica sport per
meno di due ore alla settimana.I rischi”Questi dati ci preoccupano non
poco”, afferma Alberto G. Ugazio, presidente della Società Italiana
Pediatria. “La sedentarietà è un determinante importante dell’obesità,
quindi della sindrome metabolica come fattore predisponente delle
principali malattie cardiovascolari degenerative e tumorali dell’adulto
e dell’anziano. D’altro canto non bastano certo le 2 ore a settimana di
sport per recuperare le tante ore passate seduti. Ulteriore conferma
degli stili di vita errati è il fatto che il mezzo usato più spesso per
andare a scuola è l’auto, utilizzata nel 43,1% dei casi”
SALUTE
CURIOSITÀ
SE IL BIMBO FA
SPORT, AVRÀ
PIÙ AMICI.
Lo sport fa bene ai bambini.
E se pensate di conoscerne già
il motivo, di sapere a memoria
tutte le ragioni per cui l’attività fisica è un “must” per i più
piccoli, preparatevi ad ascoltare qualcosa di assolutamente nuovo. Sì, perché nessuna
ricerca fino a oggi aveva mai
dimostrato che i bimbi più
attivi e sempre in movimento
sono anche quelli che hanno
più amici. Perché fare tanto
sport porta con sé, come conseguenza preziosa, anche un
maggior numero di legami tra
i più piccoli.
Più le femmine
La notizia arriva al termine di
uno studio scientifico condotto dall’Università di Bristol, in
Gran Bretagna. Gli studiosi
sono riusciti a stabilire che per
i ragazzi di 10 e 11 anni ogni
amico in più “vale” quattro minuti di attività fisica moderata o
intensa al termine delle lezioni e dieci minutì di movimento
extra nel weekend.
In particolare, i risultati della
ricerca hanno dimostrato che
l’associazione tra una maggiore attività fisica e la presenza
di amici riguarda le bambine
e di meno i bambini, a suggerimento del fatto che i legami
di amicizia “al femminile” potrebbero essere più forti.
Sostenersi a vicenda
“Queste informazioni possono essere utilizzate per definire strategie utili a migliorare
i livelli di attività nei bambini
in una fase cruciale del loro
sviluppo”, ha commentato il
dottor Russell Jago, del Centro per le scienze motorie e la
nutrizione dell’Università di
Bristol, “per questo vogliamo
incoraggiare i giovani ad essere
attivi e sostenersi a vicenda”.
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