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possono determinare la futura insorgenza di malattie (“programming”) quali obesità, diabete, ipertensione, infarto, ictus, tumori,
osteoporosi, disturbi del sistema nervoso. Esistono in particolare
dei periodi critici dello sviluppo, in cui il ruolo dell’alimentazione
è più cruciale nel “costruire” in modo corretto la struttura e la
funzione di diversi organi e apparati (“finestre sensibili”): l’epoca
pre-concezionale, l’epoca pre-natale, i primi due anni di vita. Dobbiamo quindi considerare gli alimenti come dei principi attivi che,
al pari dei farmaci, interagiscono con l’organismo programmandone
la salute o la malattia. E’ quanto confermato da uno studio finanziato dall’Unione Europea, il progetto EARNEST, Early nutrition
programming, che mira alla identificazione delle conseguenze a
lungo termine dei fattori alimentari e ambientali operanti in epoche
precoci dello sviluppo.
LA REGOLA BASE - E’ importante non demonizzare un singolo
alimento: nessun alimento o bevanda di per sè è responsabile di
obesità. Ciò che conta è che il contributo di ogni singolo alimento
non sia eccessivo rispetto all’apporto calorico totale, che l’alimentazione sia il più varia possibile e che le calorie totali introdotte
siano in equilibrio con quelle bruciate.
LA PRIMA COLAZIONE - Al 23° congresso nazionale Andid (Associazione Dietisti Italiani), è stato presentato uno studio
sugli effetti della colazione, coordinato dal Prof. Claudio Maffeis,
dell’Università di Verona, che dimostra i suoi benefici sullo stato di
salute sia a breve termine(attivazione di attenzione e di memoria)
che a lungo termine(difesa da malattie cardiovascolari e diabete). Una prima colazione a base di alimenti ricchi in carboidrati
mantiene il rifornimento di glucosio al sistema nervoso centrale
migliorando quindi la performance neurofunzionale e scolastica nei
bambini e negli adolescenti. Poiché è importante che gli zuccheri
vengano assorbiti lentamente, le fibre sono il componente ideale.
Una corretta alimentazione impone il consumo a colazione del
15-20% delle calorie giornaliere.
LA PIRAMIDE ALIMENTARE - La corretta alimentazione
viene esemplificata dalla piramide alimentare, secondo cui ogni
giorno vanno consumate cinque porzioni di frutta e verdure, una
di pasta o riso, tre di latte e yogurt; pesce e carne vanno mangiati
tre-quattro volte a settimana, i legumi due-tre volte, le uova unadue, i formaggi due-tre, i dolci una volta, limitando gli alimenti di
origine animale, i grassi e gli zuccheri complessi.
LA DIETA MEDITERRANEA - La Dieta Mediterranea, di recente proclamata dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità,
è un modello nutrizionale ideale i cui ingredienti principali sono
frutta fresca e verdura, pane e pasta, pesce azzurro, legumi, olio
extravergine d’oliva. L’abbandono della dieta mediterranea, con il
crollo dei consumi di frutta e verdura è, insieme alla minor attività
fisica, una delle cause principali della crescente diffusione di casi
di obesità. La Coldiretti in occasione dell’Obesity day 2011 ha
sottolineato che gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane
sono passati da 450 chili a famiglia all’anno del 2000 ai 350 chili
del 2010. Grazie alla dieta salutare gli italiani avevano conquistato
fino ad ora il record della longevità con una vita media superiore
alla media europea, ma il crescente consumo tra i giovani di cibi
grassi e ricchi di zucchero a discapito dei prodotti tradizionali sta
cambiando questa prospettiva.
Secondo l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica,
arriva anche l’obesità da crisi economica, nel senso che l’impennata
dei prezzi che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie porta a
scegliere i cibi più economici e ricchi di grassi e zuccheri.
CONSUMARE PIU’ FRUTTA E VERDURE - Dunque per i
bambini è necessaria una particolare attenzione alla dieta, garantendo la presenza di cibi sani come legumi, frutta e verdura. Purtroppo
è esperienza comune che a molti bambini non piacciono le verdure,
e allora bisogna ricorrere a qualche “trucco”. Per esempio, sono
più accette se si preparano “croccanti”, secondo la ricerca di una
Università olandese pubblicata su Food Quality and Preference, in
cui a gruppi di bambini suddivisi per fasce di età sono state offerte
verdure cotte in varia X[