NEUROPSICOMOTRICISTA
Dottoressa
Daniela Caiafa
Laureata in
Neuropsicomotricità dell’età
evolutiva, presso l’Università di
Napoli Federico II
Disponibile telefonicamente
Lunedì e Sabato dalle 09.00 alle
13.00 - Cell. 347.5477785
che essi suggeriscono di attuare.
Capire il figlio è altrettanto decisivo che avere la chiara convinzione che sia necessario aiutarlo a superare la gelosia. Comprendere
le sue difficoltà emotive non significa accettare le sue pretese di
esclusività. I figli infatti hanno diritto a essere compresi, non a
essere giustificati. Si tratta pertanto di non mostrarsi né sorpresi
né impauriti da tali sentimenti (è il modo più efficace per spiegare
loro la normalità della gelosia).
Capire e rassicurare
La capacità di mettersi nei panni del figlio permette di aggiungere dolcezza alle proibizioni e ai rimproveri necessari (a volte
è inevitabile mostrare aperta disapprovazione per alcuni suoi
comportamenti), di essere più pazienti in ciò che è opportuno
tollerare (come le regressioni temporanee, i rifiuti affettivi, le
rabbie spesso immotivate, comportamenti che vanno accettati
temporaneamente, senza permettere che diventino un’abitudine).
È inoltre necessario rassicurare il figlio geloso ricordandogli particolari e dettagli della sua vita passata che gli confermino di
essere stato a sua volta amato e vezzeggiato come il fratellino,
facendogli valutare positivamente i vantaggi dell’essere grande e
poter essere apprezzato per le qualità e le maggiori abilità possedute, rassicurandolo che non sta perdendo l’affetto dei genitori.
Al genitore è richiesto di aiutare il figlio con dolcezza, ma anche
con serena determinazione, a non lasciarsi condizionare dalle
ingiuste pretese dettate dalla gelosia (abbracciando per esempio
il piccolo solo di nascosto, o impedendosi di mostrarsi contenti
anche per le sue conquiste temendo le reazioni di gelosia del più
grande). Si tratta di avere la giusta fermezza nell’evitare di lasciarsi
tiranneggiare dalle sue rimostranze strumentali, chiarendo attraverso i propri comportamenti che non si rinuncia alla libertà di
amare e di ricevere amore anche dall’altro figlio.
Il figlio geloso non può imporre di essere amato in via esclusiva.
La rinuncia a questa pretesa, anche se momentaneamente difficile
e faticosa, è sicuramente maturante perché crea le condizioni per
instaurare dei rapporti che non siano piegati alle proprie esigenze
affettive egocentriche. Il tempo rappresenta un buon alleato dei
genitori poiché permette al bambino geloso di constatare che i
genitori continuano a volergli bene, anche se contemporaneamente amano qualcun altro oltre a lui.
I segnali: dai capricci alle regressioni
I sentimenti di gelosia si manifestano nei più piccoli attraverso
alcuni comportamenti tipici, quali i capricci (il bambino diventa
ostinato ed esigente, è incontentabile e provoca in continuazione i genitori), le aggressioni “mascherate” verso il fratello (una
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