100% Fitness Mag - Anno V Gennaio 2011 | Page 19

L’angolo degli esperti PEDIATRA servizio di istruzione domiciliare, che viene attivato per gli studenti impediti alla frequenza scolastica per un periodo superiore a 30 giorni a causa della malattia o sottoposti a cicli di cura periodici, ed è finalizzato ad assicurare il reinserimento dell’alunno costretto a casa nella classe di appartenenza. I servizi scolastici per i bambini ammalati, da eventi inizialmente episodici e pioneristici, legati alla sensibilità di singoli operatori e istituzioni, si sono trasformati oggi in una realtà formativa ben organizzata e codificata, riconosciuta anche legislativamente dalla C.M.353/98. La scuola in ospedale ha come sua “mission” di assicurare al bambino ricoverato, accanto al percorso diagnostico-terapeutico, un supporto emotivo e cognitivo adeguato alle sue necessità, nell’ottica di un progetto di sua “tutela globale”. Per un bambino un ricovero, tanto più se prolungato, rappresenta un trauma per la brusca e violenta imposizione di cambi di ambiente, abitudini, dieta, orari, oltre che per la paura del dolore derivante dalle pratiche mediche. Lo scopo principale di un’attività scolastica (intesa nell’ampio senso di educativa, ludica, psicologica)svolta in ospedale è aiutare i bambini a mantenere la continuità col proprio mondo e vita all’esterno. Infatti la scuola, per esercitare il proprio ruolo di agenzia educativa anche all’interno dell’ospedale, deve svolgere una serie di attività (compresa quella curricolare più tradizionale) atte a creare un percorso cognitivo, emotivo e sociale e quindi, in una parola sola, formativo, individualizzato, che consenta al degente da un lato di mantenere i legami con il proprio ambiente di vita e dall’altro di comprendere in maniera adeguata la realtà dell’ospedale. Il ruolo del docente ospedaliero è essenzialmente quello di “mediatore dell’alfabetizzazione culturale”, che orienta ed offre strumenti per integrare conoscenze e consolidare concetti, attraverso una didattica breve, flessibile, differenziata. Il docente dei bimbi ricoverati punta a: recuperare i loro ritardi curriculari; mantenere i contatti con la scuola di appartenenza al fine di assicurare continuità al processo educativo; sostenerli emotivamente ed affettivamente, favorendo il superamento di inibizioni e l’espressione di sentimenti, emozioni, sensazioni, idee; promuovere l’interesse, la curiosità, la motivazione all’apprendimento; fornire un contesto per integrare e consolidare le abilità; offrire strumenti e modalità di comunicazione con la realtà circostante, con altri coetanei e con lo staff dell’ospedale; creare percorsi cognitivi adeguati all’età per comprendere la realtà ospedaliera; offrire adeguate situazioni di gioco e svago. La breve durata dei ricoveri ospedalieri e la contemporanea presenza di piccoli degenti di età diverse fanno assumere al docente che opera in ospedale un ruolo diverso dal solito. Con i bambini più piccoli sarà privilegiato l’aspetto ludico per l’acquisizione dello schema corporeo, le principali norme di educazione all’igiene, la discriminazione delle proprietà percettive degli oggetti, la motilità fine e la coordinazione oculo/manuale. In particolare il funzionamento della scuola in ospedale: • tiene conto dei tempi delle visite e delle terapie, della tipologia della malattia del minore degente, degli orari e dei ritmi dei diversi reparti, del day-hospital e della lungodegenza; • privilegia i piccoli gruppi, attua il rapporto docente/alunno individualizzato per gli ammalati costretti a letto, programma ritmi temporali non cadenzati sul modello tradizionale lezione/compito/studio, usa le tecnologie multimediali in sostituzione delle aule e laboratori o gli spazi pedagogici/didattici specialistici propri di una struttura scolastica; • favorisce la crescita di un rapporto professionale tra i docenti della scuola in ospedale e la scuola di titolarità; • programma interventi integrativi con operatori ospedalieri, altri operatori per attività ludiche e ricreative, ed il volontariato. La tecnologia potrà aiutare ancora di più i bambini ammalati che non possono andare a scuola, come quello che accade in alcune scuole romane grazie al progetto E-Care, promosso da Fondazione Gioventù digitale, assieme a Comune di Roma, Ospedale Pediatrico Bambin Gesù e Intel Corporation Italia.. Il progetto, nato nel 2007, consiste nel mettere in collegamento la casa o l’ospedale in cui si trova il ragazzo con la sua classe attraverso il computer e la videochat: egli così può collegarsi in qualsiasi momento della lezione e prendere parte alle attività: ascoltare le spiegazioni, scrivere sulla lavagna, alzare la mano per intervenire, consegnare i compiti, o collegarsi in differita e scaricare il materiale che l’insegnante ha predisposto per lui. L’insegnante e i compagni potranno comunicare con lui e vederlo grazie alla telecamera. 100% Fitness Magazine | 19