100% Fitness Mag - Anno V Febbraio/Marzo 2011 | Page 33
Ma a cosa serve
davvero la fase Rem?
La maggior parte dei sogni avviene nella
fase più profonda del sonno, chiamata
Rem (sigla che sta per Rapid eyes movement, perché sotto le palpebre gli occhi
si muovono rapidamente).
Si verifica 4-5 volte per notte ed ha la
durata di circa 15 minuti. Secondo gli
studi più recenti, la sua funzione primaria potrebbe essere quella di regolare le
emozioni (specie quelle negative), affrontandole ed elaborandole: in particolare, il sonno Rem sarebbe decisivo nel
fare in modo che i ricordi paurosi della
vita da svegli non abbiano la meglio sulla
serenità del cervello.
Senza sogni,
la memoria rischia
I sogni erotici aguzzano l’ingegno
Che siate o meno tra le otto persone su cento che fanno sogni erotici ogni
notte, sappiate che è buon segno per la salute del vostro cervello. A differenza
dei sogni romantici – che stimolano la visione d’insieme delle cose e quindi
la creatività – le fantasie oniriche a sfondo sessuale favoriscono le capacità di
pensiero analitico, puntuale, concentrato sul dettaglio. Lo rivela uno studio
congiunto delle Università di Amsterdam e Groningen.
Un’indagine americana pubblicata sulla
rivista scientifica “Sleep” ha dimostrato
che se per quattro notti non facciamo
sogni (non raggiungiamo dunque la fase
Rem del sonno), si riduce la proliferazione cellulare nella parte del cervello che
contribuisce all’archiviazio della memoria a lungo termine. il sonno Rem ha
un ruolo chiave nel favorire la plasticità
cerebrale.
Sognare in bianco e nero o a colori
È stato calcolato che il 12% delle persone sogna in bianco e nero. La gran parte di noi, a precisa
domanda, non saprebbe rispondere se i sogni vissuti nella notte appena trascorsa fossero o meno
a colori. Ma ha un significato particolare sognare nell’uno o nell’altro modo? “Non c’è differenza,
dal punto di vista fisiologico: è la memoria di chi interpreta il proprio sogno a colorare o scolorire la sua avventura onirica”, spiega il dottor Massimo Di Giannantonio.
“Se chiedessimo a una persona di dirci se i suoi ricordi di ciò che ha fatto il giorno prima sono a
colori o in bianco e nero, la troveremmo forse molto perplessa nel fornire la risposta”, aggiunge
la psicoterapeuta Giuliana Proietti. “Le immagini mentali sono infatti cosa ben diversa da quelle
che siamo abituati a vedere in fotografia. Allo stesso modo, anche le immagini oniriche non sono
né a colori né in bianco e nero”.
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