L’angolo degli esperti
NEUROPSICOMOTRICISTA
Dott.ssa Daniela
Caiafa
ENURESI NOTTURNA
zialmente bassi livelli di questo ormone,
e che questi tendono a normalizzarsi in
ritardo rispetto agli altri bambini.
Entrambi i meccanismi possono essere
presenti e prevalere in misura variabile
da bambino a bambino.
Secondaria: il bambino, dopo
avere raggiunto il controllo della vescica
(per almeno 6 mesi), ha ripreso a fare la
pipì a letto. Può dipendere da particolari
situazioni emotive e stressanti (ad esempio la nascita di un fratellino, l’inserimento a scuola, tensioni familiari etc.).
L’enuresi notturna è un disturbo, più
che una malattia, e consiste nella perdita involontaria e completa di urina
durante il sonno in un’età (5-6 anni) in
cui la maggior parte dei bambini ha ormai acquisito il controllo degli sfinteri.
È un problema frequente che interessa il
10-15% dei bambini, e che tende il più
delle volte a risolversi spontaneamente
(incidenza solo dell’1% negli adulti).
Nei bambini piccoli è normale bagnarsi
la notte, perché la vescica non ha ancora raggiunto una piena maturazione sia
del volume di urina che è in grado di
contenere, sia dei meccanismi che permettono al bambino di controllare la
fuoriuscita della pipì. Per enuresi notturna non si intende però la saltuaria e
sporadica emissione di urine durante la
notte, ma questo problema deve presentarsi con una certa frequenza (secondo
alcuni autori è necessario un periodo
di osservazione di almeno 2 settimane
durante le quali il bimbo deve bagnare
per almeno 3 volte a settimana, secondo altri l’osservazione va protratta per
Salute e Benessere
3 mesi con almeno 2 notti bagnate alla
settimana).
Le cause sono diverse, tanto è vero
che l’enuresi si distingue in:
Primaria: quando il bimbo non ha
mai acquisito il controllo notturno. In
questo caso l’enuresi si attribuisce a:
¾ un ritardo di maturazione della vescica: in particolare viene imputata la ritardata maturazione dello sfintere vescicale, un piccolo muscolo che funziona
da valvola della vescica e che impedisce
alla pipì di fuoriuscire verso l’esterno.
Questo controllo si acquisisce normalmente verso il quarto anno di vita.
¾ un insufficiente controllo ormonale:
nel cervello esiste una ghiandola, l’ipofisi, che produce diversi ormoni. Uno
di questi è l’ADH, che agisce facendo
sì che la notte venga prodotta circa la
metà della quantità di urina che viene
prodotta di giorno. Ebbene si è visto
che alcuni bambini enuretici hanno ini-
Sintomatica: in questo caso l’enuresi compare come conseguenza di
una malattia ad esempio un’infezione
urinaria o in casi molto più rari diabete
mellito, epilessia etc.
In età pediatrica vi è una prevalenza
nel sesso maschile, ma tale differenza
scompare in età adulta. La caratteristica
di avere un sonno molto profondo è comune ai bimbi enuretici. È stata inoltre
dimostrata l’ ereditarietà: se infatti uno
dei genitori è stato enuretico da bambino, il rischio che anche il figlio ne
sia affetto è aumentato. Nella maggior
parte dei casi il bambino ha problemi
solo la notte, ma spesso sono presenti
sintomi urinari anche di giorno: aspetta l’ultimo istante per andare a fare la
pipì, bagna le mutandine, urina troppo
spesso o troppo raramente, non svuota
completamente la vescica, si accovaccia
e stringe le gambine per trattenere la
pipì ecc. L’enuresi diventa un problema
dopo i cinque - sei anni (per la precisione 5 nella femmina e 6 nel maschio),
ma l’età più giusta per prendere in considerazione un trattamento è dopo i 7
anni. Può essere opportuno ricorrere al
trattamento anche con quei bambini