100% Fitness Mag - Anno V Aprile 2011 | Page 42

L’angolo degli esperti NEUROPSICOMOTRICISTA Dott.ssa Daniela Caiafa ENURESI NOTTURNA zialmente bassi livelli di questo ormone, e che questi tendono a normalizzarsi in ritardo rispetto agli altri bambini. Entrambi i meccanismi possono essere presenti e prevalere in misura variabile da bambino a bambino. Secondaria: il bambino, dopo avere raggiunto il controllo della vescica (per almeno 6 mesi), ha ripreso a fare la pipì a letto. Può dipendere da particolari situazioni emotive e stressanti (ad esempio la nascita di un fratellino, l’inserimento a scuola, tensioni familiari etc.). L’enuresi notturna è un disturbo, più che una malattia, e consiste nella perdita involontaria e completa di urina durante il sonno in un’età (5-6 anni) in cui la maggior parte dei bambini ha ormai acquisito il controllo degli sfinteri. È un problema frequente che interessa il 10-15% dei bambini, e che tende il più delle volte a risolversi spontaneamente (incidenza solo dell’1% negli adulti). Nei bambini piccoli è normale bagnarsi la notte, perché la vescica non ha ancora raggiunto una piena maturazione sia del volume di urina che è in grado di contenere, sia dei meccanismi che permettono al bambino di controllare la fuoriuscita della pipì. Per enuresi notturna non si intende però la saltuaria e sporadica emissione di urine durante la notte, ma questo problema deve presentarsi con una certa frequenza (secondo alcuni autori è necessario un periodo di osservazione di almeno 2 settimane durante le quali il bimbo deve bagnare per almeno 3 volte a settimana, secondo altri l’osservazione va protratta per Salute e Benessere 3 mesi con almeno 2 notti bagnate alla settimana). Le cause sono diverse, tanto è vero che l’enuresi si distingue in: Primaria: quando il bimbo non ha mai acquisito il controllo notturno. In questo caso l’enuresi si attribuisce a: ¾ un ritardo di maturazione della vescica: in particolare viene imputata la ritardata maturazione dello sfintere vescicale, un piccolo muscolo che funziona da valvola della vescica e che impedisce alla pipì di fuoriuscire verso l’esterno. Questo controllo si acquisisce normalmente verso il quarto anno di vita. ¾ un insufficiente controllo ormonale: nel cervello esiste una ghiandola, l’ipofisi, che produce diversi ormoni. Uno di questi è l’ADH, che agisce facendo sì che la notte venga prodotta circa la metà della quantità di urina che viene prodotta di giorno. Ebbene si è visto che alcuni bambini enuretici hanno ini- Sintomatica: in questo caso l’enuresi compare come conseguenza di una malattia ad esempio un’infezione urinaria o in casi molto più rari diabete mellito, epilessia etc. In età pediatrica vi è una prevalenza nel sesso maschile, ma tale differenza scompare in età adulta. La caratteristica di avere un sonno molto profondo è comune ai bimbi enuretici. È stata inoltre dimostrata l’ ereditarietà: se infatti uno dei genitori è stato enuretico da bambino, il rischio che anche il figlio ne sia affetto è aumentato. Nella maggior parte dei casi il bambino ha problemi solo la notte, ma spesso sono presenti sintomi urinari anche di giorno: aspetta l’ultimo istante per andare a fare la pipì, bagna le mutandine, urina troppo spesso o troppo raramente, non svuota completamente la vescica, si accovaccia e stringe le gambine per trattenere la pipì ecc. L’enuresi diventa un problema dopo i cinque - sei anni (per la precisione 5 nella femmina e 6 nel maschio), ma l’età più giusta per prendere in considerazione un trattamento è dopo i 7 anni. Può essere opportuno ricorrere al trattamento anche con quei bambini