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LOGOPEDISTA
Chi è mancino
alzi la mano!
Più del 10% della popolazione mondiale, a quest’affermazione, potrebbe effettuare un repentino movimento del braccio verso l’alto. Ma chi sono i mancini e
soprattutto perché vi è un utilizzo prevalente del lato sinistro del corpo?
La risposta è tutta nella nostra testa!
C
Dottoressa
Mariarosaria
D’Esposito
Laureata in Logopedia presso
l’Università di Napoli Federico
II. Disponibile telefonicamente
Giovedì e Sabato dalle 09.00
alle 13.00 - Cell. 338.3191494
om’è ben noto, nella scatola cranica è collocato il cervello una grossa e voluminosa massa, nostro
“computer di bordo”, costituita
da due emisferi asimmetrici, apparentemente divisi ma in realtà comunicanti, mediante
fibre nervose (corpo calloso).
L’emisfero sinistro, responsabile nei
destrimani degli atti motori complessi
della parte destra del corpo, è sede del
linguaggio e della razionalità. A quello
destro, invece, sono affidati prevalentemente compiti di natura creativa ed
intuitiva. Per questo motivo risulterà dominante un emisfero piuttosto che l’altro, in
relazione al compito che l’individuo svolge.
La conseguenza dell’asimmetria tra gli emisferi è la “lateralità”, vale a dire la prevalenza motoria e sensoriale di un lato del corpo
rispetto all’altro. Nei mancini si osserva
una minore asimmetria ed una distribuzione più omogenea delle funzioni:
questa particolare condizione pare sia dovuta a fattori di natura ambientale e genetica,
come emerge da studi recenti. Durante
un’indagine condotta nel 2007 su soggetti
dislessici, infatti, i ricercatori dell’Università
di Oxford hanno evidenziato come il gene
Lrrtm1 avrebbe un ruolo determinante nello
sviluppo del mancinismo. Da due genitori
mancini, quindi, non è detto che nasca
un bambino con uguale lateralità, ma
esiste un’alta probabilità che questa si
manifesti nelle generazioni successive.
Nel neonato i due emisferi hanno potenzialità funzionali, almeno apparentemente,
uguali; ma già dal primo anno di vita, con
la comparsa delle prime parole, si avvia il
percorso di lateralizzazione che risulterà ben
visibile intorno ai 3anni, quando il piccolo è
capace di eseguire movimenti fini con una
mano, senza che nell’altra ci siano atteggiamenti imitativi.
La lateralizzazione si consolida nel bambino
intorno ai 6-7anni e contribuisce in maniera rilevante all’ equilibrio, alla precisione e
coordinazione oculo-manuale, al perfezionamento della scrittura e alla sua organizzazione sul foglio.
Storicamente i mancini non hanno avuto
vita facile, sempre guardati con sospetto e
messi in relazione al diavolo. Non a caso il
termine “mancino” viene anche utilizzato
per descrivere qualcosa di nefasto e malevole e in inglese “right”, che indica la mano
destra, è sinonimo di buono. Fino a qualche
decennio fa ai ragazzi mancini legavano la
mano sinistra per obbligarli a scrivere e
mangiare con la destra. Nonostante la condizione sociale del mancino sia nettamente
migliorata, ancora oggi qualcuno tende ad
indurre, nel bambino, la scelta di una mano
piuttosto che l’altra. Lasciate sempre che
sia il piccolo a scegliere la mano con cui
prendere il giocattolo o il piede con cui
calciare la palla: una correzione forzata,
può, in taluni casi apportare disarmonie
nello sviluppo della lateralità.
In molte patologie dell’apprendimento e del
linguaggio è necessario indagare la preferenza manuale o l’eventualità di una lateralità
crociata ( in soggetti, ad esempio, che scrivono con la destra e calciano con la sinistra
o viceversa). I test utilizzati, attraverso
diverse prove, definiscono:
- mano dominante: mediante la prova
cronometrata di “distribuzione delle carte”
- piede dominante: con la prova delle “marelle” (che prevede la spinta di un oggetto
lungo una linea) e dello “shooting”(scelta
del piede per calciare il pallone)
- occhio dominante: prove di “mira” e
di “sighting” (l’occhio scelto per guardare
attraverso una fessura).
Siete mancini, destrimani o avete una lateralità crociata? Provate anche voi!
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