100% Fitness Mag - Anno IV Ottobre 2010 | Page 54

L’angolo degli esperti Dottoressa Daniela Caiafa NEUROPSICOMOTRICISTA Adha: disturbo dell’attenzione con iperattività S ono alcuni di quei bambini che troviamo alle feste dei nostri figli, nei bus o sul treno, nelle scuole o per la strada e che si mostrano continuamente agitati, in continuo movimento, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano continuamente e che i genitori trovano grande difficoltà a tenere “buoni”.  Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola, sono quei bambini che le insegnanti non vorrebbero mai tenere: si alzano continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono a svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco, classe e talvolta ... scuola. Il loro profitto scolastico proprio per la ridotta capacità di concentrazione è spesso scarso o comunque sufficiente e difficile è il loro rapporto con i coetanei, ma anche con gli adulti per la grande impulsività. La loro difficoltà è percepita dai genitori e dagli insegnanti ma spesso, nel nostro paese, la diagnosi è completamente misconosciuta. In realtà questi bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che invece sono spesso additati come incapaci a svolgere bene il proprio ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di criteri clinici ben definiti dal mondo scientifico, la loro è una vera patologia organica e come tale meritevole di una precisa terapia. Solo con l’ausilio di una giusta terapia i bambini cambieranno radicalmente il loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnati, compagni ma soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bellezza di una vita “normale”. L’iperattività è un disturbo dello sviluppo in quanto la manifestazione dei sintomi avviene durante i primi 5 anni e si modificano con la crescita, l’incidenza è del 3-5% con prevalenza nei soggetti maschi. Le cause non sono ancora del tutto chiare tuttavia, ipotesi più accreditata prevede una disfunzione neurologica. Inoltre ci sono, anche, dati che confermano il ruolo di fattori genetici (nella linea maschile) prenatali, fisici e ambientali. Con il termine iperattività si definisce un disturbo motorio eccessivamente agitato e poco appropriato al raggiungimento di uno scopo, il bambino è irrequieto, spericolato con energie inesauribili. Ma l’eccesso di movimento non è l’unico sintomo a caratterizzare il disturbo iperattivo ma solitamente è accompagnato dal deficit d’attenzione e dall’impulsività. Quindi la distraibilità, la scarsa attenzione, la scarsa tolleranza alle frustrazioni, la mancanza di autocontrollo, il 54 | 100% Fitness Magazine comportamento disinibito costituiscono altre caratteristiche del bambino iperattivo, che in genere è destinato ad avere rapporti familiari e sociali problematici. La diagnosi avviene attraverso il DSM IV (strumento diagnostico) nel quale si adotta il termine ADHA ossia disturbo dell’attenzione con iperattività essendo considerato il deficit attentivo causa prima della catena patogena. Pertanto tali bambini spesso hanno difficoltà di apprendimento, deficit di memoria a breve termine, problemi di coordinamento, difficoltà di lettura, di ortografia e calcolo. Inoltre presentano difficoltà nel relazionarsi con coetanei a causa della scarsa padronanza delle regole sociali, ma anche per la difficoltà di adattarsi a nuove situazioni. Questi bambini maturano notevoli problemi di autostima che possono portare a stati depressivi. Non ci sono soluzioni magiche per questo problema, ma la sua gestione è possibile. Da recenti studi compiuti in quest’ambito la forma d’intervento più efficace deve avvenire su più fronti: Consulenza e sostegno ai genitori Terapia neuro psicomotoria Consulenza alla scuola su strategie comportamentali La terapia neuro psicomotoria mira ad una migliore gestione della motricità dello spazio e del tempo. Il bambino ha bisogno di limiti spazio-temporali per quanto riguarda l’avvio e l’arresto della sua attività motoria frenetica. Così lo si può aiutare a contenersi in spazi e tempi prefissati, in quanto non si può agire sulla struttura interna del movimento. Si lavorerà sui dati percettivi visivi ed uditivi, sull’equilibrio, tutto ciò sempre gradatamente aumentando sempre più i momenti di controllo a quelli di libera “iperattività”. Quando nel processo terapeutico il bambino lascia l’instabilità usata come difesa compaiono sentimenti di smarrimento ed inadeguatezza. L’Esagerata motricità può nascondere mal destrezza, infatti, attuando maggiore controllo sull’impulsività, il soggetto va a fare i conti con una coordinazione motoria lenta e goffa. Del resto anche la velocità con la quale il bambino afferra le situazioni ed i concetti sono superficiali; spesso nasconde difficoltà percettive, mancata capacità di analisi che vengono a galla quando il soggetto è in grado di concentrarsi. Da qui il bambino inizia ad avere una nuova immagine di sé più debole ed inadeguata