L’angolo degli esperti
Dottoressa
Daniela Caiafa
NEUROPSICOMOTRICISTA
Adha: disturbo dell’attenzione
con iperattività
S
ono alcuni di quei bambini che troviamo
alle feste dei nostri figli, nei bus o sul treno,
nelle scuole o per la strada e che si mostrano continuamente agitati, in continuo movimento, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano continuamente e che i
genitori trovano grande difficoltà a tenere “buoni”.
Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola, sono quei bambini
che le insegnanti non vorrebbero mai tenere: si alzano continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono a
svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco, classe e talvolta ... scuola. Il loro profitto scolastico proprio per
la ridotta capacità di concentrazione è spesso scarso o comunque
sufficiente e difficile è il loro rapporto con i coetanei, ma anche
con gli adulti per la grande impulsività. La loro difficoltà è percepita dai genitori e dagli insegnanti ma spesso, nel nostro paese, la diagnosi è completamente misconosciuta. In realtà questi
bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori
che invece sono spesso additati come incapaci a svolgere bene il
proprio ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di
criteri clinici ben definiti dal mondo scientifico, la loro è una vera
patologia organica e come tale meritevole di una precisa terapia.
Solo con l’ausilio di una giusta terapia i bambini cambieranno radicalmente il loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnati, compagni ma soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la
bellezza di una vita “normale”.
L’iperattività è un disturbo dello sviluppo in quanto la manifestazione dei sintomi avviene durante i primi 5 anni e si modificano
con la crescita, l’incidenza è del 3-5% con prevalenza nei soggetti
maschi. Le cause non sono ancora del tutto chiare tuttavia, ipotesi più accreditata prevede una disfunzione neurologica. Inoltre ci
sono, anche, dati che confermano il ruolo di fattori genetici (nella
linea maschile) prenatali, fisici e ambientali. Con il termine iperattività si definisce un disturbo motorio eccessivamente agitato
e poco appropriato al raggiungimento di uno scopo, il bambino
è irrequieto, spericolato con energie inesauribili. Ma l’eccesso di
movimento non è l’unico sintomo a caratterizzare il disturbo iperattivo ma solitamente è accompagnato dal deficit d’attenzione
e dall’impulsività. Quindi la distraibilità, la scarsa attenzione, la
scarsa tolleranza alle frustrazioni, la mancanza di autocontrollo, il
54
| 100% Fitness Magazine
comportamento disinibito costituiscono altre caratteristiche del
bambino iperattivo, che in genere è destinato ad avere rapporti
familiari e sociali problematici. La diagnosi avviene attraverso il
DSM IV (strumento diagnostico) nel quale si adotta il termine
ADHA ossia disturbo dell’attenzione con iperattività essendo
considerato il deficit attentivo causa prima della catena patogena.
Pertanto tali bambini spesso hanno difficoltà di apprendimento,
deficit di memoria a breve termine, problemi di coordinamento,
difficoltà di lettura, di ortografia e calcolo. Inoltre presentano
difficoltà nel relazionarsi con coetanei a causa della scarsa padronanza delle regole sociali, ma anche per la difficoltà di adattarsi
a nuove situazioni. Questi bambini maturano notevoli problemi
di autostima che possono portare a stati depressivi. Non ci sono
soluzioni magiche per questo problema, ma la sua gestione è possibile. Da recenti studi compiuti in quest’ambito la forma d’intervento più efficace deve avvenire su più fronti:
Consulenza e sostegno ai genitori
Terapia neuro psicomotoria
Consulenza alla scuola su strategie comportamentali
La terapia neuro psicomotoria mira ad una migliore gestione della motricità dello spazio e del tempo.
Il bambino ha bisogno di limiti spazio-temporali per quanto riguarda l’avvio e l’arresto della sua attività motoria frenetica. Così
lo si può aiutare a contenersi in spazi e tempi prefissati, in quanto
non si può agire sulla struttura interna del movimento. Si lavorerà
sui dati percettivi visivi ed uditivi, sull’equilibrio, tutto ciò sempre
gradatamente aumentando sempre più i momenti di controllo a
quelli di libera “iperattività”. Quando nel processo terapeutico il
bambino lascia l’instabilità usata come difesa compaiono sentimenti di smarrimento ed inadeguatezza. L’Esagerata motricità
può nascondere mal destrezza, infatti, attuando maggiore controllo sull’impulsività, il soggetto va a fare i conti con una coordinazione motoria lenta e goffa. Del resto anche la velocità con
la quale il bambino afferra le situazioni ed i concetti sono superficiali; spesso nasconde difficoltà percettive, mancata capacità di
analisi che vengono a galla quando il soggetto è in grado di concentrarsi. Da qui il bambino inizia ad avere una nuova immagine
di sé più debole ed inadeguata