100% Fitness Mag - Anno IV Ottobre 2010 | Page 49

ARSI E biettivi o ci viene imposto qualcosa di sgradevole. E, in genere, se vengono intaccate autostima, dignità o immagine pubblica. Come dice Valentina D’Urso, docente di Psicologia Generale all’università di Padova, “in più di un terzo dei casi, ci fa arrabbiare chi amiamo di più. Quasi un altro terzo delle arrabbiature è provocato da persone amiche, e solo un quinto da estranei o conosciuti. Chi odiamo poi ci fa arrabbiare solo il 10% delle volte. Inoltre, almeno nel 25% dei casi ci scarichiamo con chi non è la causa della nostra irritazione, ma non ce la farà pagare. Spesso ci arrabbiamo con chi abbiamo già trattato male. Gli ambienti in cui ci si arrabbia di più? La casa (il luogo in cui si mangia, soprattutto), il luogo di lavoro e in automobile. Lo psicologo Jerry Deffenbacher, della Colorado State University, ha rilevato che chi si arrabbia molto al volante è spesso impulsivo anche in altri contesti. Ma anche persone calme, alla guida possono “trasformarsi”. “Vi è competizione fra guidatori per velocità e abilità. In più, l’auto crea illusioni di potenza e robustezza, espande l’area del nostro corpo”, spiega la D’Urso. E R. Fuller, psicologo del Trinity College di Dublino, parla di “deindividuazione”: in auto non si vivono vere interazioni fra persone. Accecati dall’ira non siamo consapevoli di ciò che facciamo (“non sto urlando”) e poi ci stupiamo di ciò che abbiamo detto (“non volevo offenderti”). “Quando ci si arrabbia non si controlla bene il tono della voce, né la consequenzialità del pensiero logico”, chiarisce la D’Urso. Altre volte, si pensa di aver espresso la propria rabbia più di quanto non sia avvenuto. In preda all’ira, percepiamo delle modificazioni corporee: respirazione e battito cardiaco accelerati, contrazioni allo stomaco, colore, sudorazione, tensione muscolari, tremito alle mani. Questo ci d