Dottoressa
Tea Maione
Il rumore è causa
di danni
reversibili…
N
el 1700 Bernardino
Romazzini, docente presso l’Università di Modena,
segnalò per la prima volta in un’opera “De Morbis Artificum Diatriba”,
l’esistenza del TRAUMA ACUSTICO.
L’ipoacusia da danno da rumore è spesso preceduta da acufeni o fischi ad alta
tonalità e altri disturbi dell’organismo.
La “sordità” da rumore è la malattia professionale più diffusa in senso assoluto:
quasi la metà delle rendite INAIL, sono
dovute a questo tipo di problema. L’inquinamento acustico non riguarda solo
i lavoratori dei cantieri e delle fabbriche
ma coinvolge ogni cittadino, costantemente bombardato da emissioni sonore
che provocano fastidio e danni all’organismo.
L’inizio del rumore “sociale” si potrebbe datare con l’invenzione del motore a
scoppio.
Il rumore sociale, è dunque all’insegna
di un incontrollato sviluppo tecnologico, che ha come “valore” il profitto
e raramente la salute dell’uomo, oggi
ci troviamo a vivere in condizioni non
propriamente sane, in ambienti ecologicamente non più equilibrati dove la
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componente rumore acustico non ha
mai avuto la giusta considerazione.
Il rumore nell’ambiente esterno è particolarmente grave nelle grandi città.
Recenti indagini hanno dimostrato che
Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova
e altre sono le città in cui il livello di rumorosità supera i 75 dB (A).
Per contro, si pensi che i beduini Nabatei, sempre vissuti nel deserto giordano
e quindi lontano dai rumori, hanno
l’udito ben conservato. Questa constatazione è emersa in seguito a studi condotti durante una spedizione in Giordania nelle zone di Petra, Wadi Musa e
Wadi Rum fino al confine con l’Arabia
Saudita, dove si è accertato in primis
che il rumore di fondo, in queste zone,
mediamente non supera i 25 dB.
Nella suddetta zona, in tutti i soggetti
osservati (più di cento), pur riscontrandovi una leggera presbiacusia (abbassamento di udito per senescenza), l’acuità uditiva del gruppo dei centenari è
paragonabile a quella di un quarantenne
che vive in un paese industriale come il
nostro. L’invecchiamento uditivo trova
quindi una più corretta definizione con
il termine di “socioacusia”.
Il rumore acustico quindi ci danneggia,
ci disturba durante il sonno, non ci per-
mette di comunicare in condizioni di
comoda udibilità coi nostri simili, accelera addirittura la senescenza uditiva,
distrugge in modo irreversibile, soprattutto nei casi di esposizione prolungata
a elevate intensità, le strutture nervose
del nostro orecchio rendendoci infine
sordi.
Una sordità da rumore significa un danno alle strutture nervose dell’orecchio
interno, che non è più reversibile!!!!!
Tale danno può in parte essere recuperato solo grazie ad un idoneo approccio
audioprotesico.
Un soggetto esposto a rumore subisce
danni uditivi, della comunicazione verbo-acustica, ed extrauditivi.
I danni uditivi si possono quantificare
tramite alcuni esami audiologici, in
primis l’esame audiometrico, che attraverso un audiogramma ci esprimerà la
perdita di decibel o ipoacusia, che può
essere di grado differente.
I disturbi della comunicazione verboacustica causati da rumori di vario genere, non consentono di comunicare in
modo confortevole con il vicino al bar,
per strada, sul tram, in autobus, in metropolitana, in casa, a scuola, sul lavoro e
in quasi tutte le situazioni di vita sociali
e privata.