L’angolo degli esperti ► farmacia
L’alimentazione
del neonato:
Dottor
Giuseppe
De Simone
Farmacista
Cell. 335.5302988
Laureato presso l’Università
di Napoli Federico II in
Farmacia, specializzato
in scienze e tecniche delle
piante officinali.
latte materno o latte artificiale?
N
ei primi mesi di vita, l’alimentazione del bambino riveste enorme importanza in quanto l’accrescimento
risulta molto rapido e si ha il completamento dello sviluppo cerebrale.I medici
concorrono nell’affermare che il latte materno
è il miglior alimento per un neonato, perché
contiene tutte le sostanze nutritive essenziali in
proporzioni ideali e nella forma più assimilabile
per il bambino.
Nei bambini allattati al seno si verificano un
numero inferiore di allergie e di gastroenteriti
rispetto ai bambini nutriti con latte artificiale. Il
latte materno può essere considerato a tutti gli
effetti un vero e proprio sistema biologico in
continua evoluzione. La sua composizione varia
da donna a donna e si modifica in una stessa madre con l’età.
Ha inoltre la prerogativa di modificare i suoi
“ingredienti” non solo man mano che il neonato
cresce, ma anche nell’ambito di una stessa giornata (ad esempio al mattino è più ricco di grassi)
o addirittura di una stessa poppata dove ci sono
variazioni nel contenuto lipidico in risposta ad
una diversa suzione da parte del lattante.
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La variabile composizione del latte materno risponde alle esigenza nutrizionali del lattante e gli
consente di assumere tutti quei fattori di difesa
che garantiscono la resistenza contro le infezioni.
Inoltre in tale alimento sono presenti ormoni ed
enzimi che hanno il compito di facilitare l’assorbimento delle varie sostanza nutritive assunte,
oltre che promuovere la maturazione dell’apparato digerente del piccolo.
Considerando la crescita del lattante si possono
individuare tre tipi di latte materno: nei primi
giorni di vita la ghiandola mammaria secerne
un liquido, il colostro, ricco di proteine, sali
minerali, ed elementi rivolti al potenziamento
delle difese immunitarie del lattante; nei giorni
successivi si passa al
“latte di transizione “
che è meno ricco di
proteine ma con più
lipidi e carboidrati;
infine si passa al latte
maturo.
Non esistono quasi
mai cause mediche
che impediscono ad
una donna di allattare, ma molte madri
sono riluttanti a farlo
o si lasciano scoraggiare dalle difficoltà
che insorgono nella
prima
settimana.
Tuttavia l’esperienza
dell’allattamento superata la prima settimana di
difficoltà è positiva sia per la madre che per il
bambino: dal punto di vista psicologico rappresenta il prolungamento della stessa relazione tra
madre e figlio già esistente in gravidanza. Se non
è praticabile l’allattamento al seno il pediatra
consiglia un’alternativa in base alle caratteristiche ed alle esigenze del neonato.
I “latti formulati” sono prodotti che hanno raggiunto un notevole livello per quanto riguarda