100% Fitness Mag - Anno IV Gennaio 2010 | Page 26

L’angolo degli esperti ► pediatria LA MUSICA FA BENE AI BAMBINI Dottor Carlo Alfaro Pediatra G ià in epoca prenatale il feto è immerso in un mondo di suoni: nell’ultimo trimestre di gestazione ascolta gioioso il ritmo del cuore e del respiro della madre, i flussi ematici, la voce dei genitori e i suoni esterni, filtrati dal liquido amniotico. Dopo la nascita, la musica, con la sua potenza di forma di immediata comunicazione non verbale, stimola lo sviluppo emotivo, affettivo, sensoriale del bambino, creando un raccordo naturale con le esperienze prenatali. Non a caso l’ambiente sonoro in cui crescono i bambini sin dalla nascita è permeato di musica (filastrocche, ninna-nanne, nenie, canzoncine, giochi in rima), a partire già dal linguaggio diretto a loro(“Infant Directed Speech” ), semplificato, cantilenato e con un tono leggermente più acuto e melodioso. Un recente studio tedesco, pubblicato online su “Current Biology”, rivela che i neonati rispondono con diversi tipi di pianto agli stimoli sonori, producendo diverse “melodie” di pianto, che ricalcano quei tipi di melodie che hanno caratterizzato il linguaggio udito nel corso della loro vita fetale. I feti sarebbero in grado di memorizzare suoni del mondo esterno fin dall’ultimo trimestre di gravidanza, con una sensibilità particolare per la melodia che accompagna musica e parole. I neonati 26 100% Fitness Magazine prediligono fra tutte le altre la voce della mamma e percepiscono i contenuti emotivi dei messaggi attraverso l’intonazione. Un’altra recente ricerca dei professori Jenny Saffran dell’Università del Wisconsin ed Erik Thiessen dell’Università della Pennsylvania, pubblicata in un volume della New York Academy of Sciences su “Neuroscienze e Musica”, dimostra che i bambini imparano a parlare prima e meglio se apprendono le parole con la musica, nel senso che imparano più parole e le memorizzano meglio se queste sono cantate, se sono in rima e fanno parte di una canzone, e d’altra parte ricordano più facilmente le melodie se accompagnate dalle parole e non affidate solo a strumenti musicali. La musica, quindi, può facilitare l’apprendimento del linguaggio, tanto più che esiste il “circolo virtuoso” per cui se la melodia ha le parole, i bambini la ricordano meglio, e se i bambini imparano una melodia, memorizzano con più facilità le parole che la accompagnano. Ciò può servire molto anche ad aiutare i bambini con ritardo psicomotorio o del linguaggio, attraverso programmi abilitativi basati su musica e parole. Anche lo studio di uno strumento musicale è un ottimo allenamento per il cervello dei ragazzi, in quanto, secondo una ricerca dell’Università di Hong Kong pubblicato sulla rivista “Neuropsycology”, migliora la memoria verbale, cioè la capacità di immagazzinare e ricordare parole e vocaboli. Lo studio della musica contribuirebbe all’organizzazione e allo sviluppo del lobo temporale sinistro del cervello, sede della memorizzazione delle parole e dell’apprendimento. Dunque, musica a volontà per i vostri piccoli: uno stimolo eccezionale per il loro cervello…e anche per il nostro!