100% Fitness Mag - Anno IV Agosto 2010 | Page 39

IL BIMBO SI IDENTIFICA NEL PROTAGONISTA È l’intreccio delle vicende dei personaggi che maggiormente attrae l’attenzione del piccolo durante la lettura di una fiaba. Quasi tutte le favole per bambini presentano tre figure fondamentali: il cattivo, il buono, il protagonista. * Il cattivo appare subito come tale e, in genere, anche i particolari descrittivi della sua figura lo fanno sembrare come un essere malvagio: impossibile non riconoscerlo, anche se talvolta è difficile individuarlo perché so maschera. * Il buono, invece, è spesso anche il “salvatore”, colui che ha un ruolo decisivo per la risoluzione della vicenda, anche se può comparire poco e in modo marginale nella narrazione (per esempio, il cacciatore nella fiaba di Cappuccetto Rosso). * Il protagonista è colui che intraprende un “viaggio” all’inizio della storia e, di solito, deve superare varie disavventure e difficoltà per poi uscire comunque vincitore dell’atto finale. Il bambino finisce spesso per identificarsi con questa figura, entrando in empatia con essa e, inoltre, non ammette in genere variazioni sui particolari che si riferiscono all’immagine mentale che si è creato sul personaggio in base al racconto. QUAL’E’ IL MOMENTO GIUSTO La lettura può diventare un piacevole appuntamento, atteso e desiderato dal bambino. Non esiste un’età precisa per il “rito” della fiaba, ma è dopo i due anni che il piccolo inizia a interagire in modo più esplicito e magari chiede alla fine della narrazione che venga ripetuta più volte. Quando si legge una fiaba al bambino piccolo, è bene tenerlo in braccio, o molto vicino a sé, per fargli capire che raccontargli una favola è un po’ come fargli le coccole. Per predisporre il bambino all’ascolto meglio scegliere un momento in cui è più tranquillo, per esempio alla sera, prima della nanna. UN OCCASIONE PER STARE INSIEME Ritagliarsi tutti i giorni un po’ di tempo da dedicare alla lettura di una fiaba rafforza il legame tra bimbo e genitori perché si crea un momento di condivisione. La narrazione della favola, dunque, deve essere considerata come un’occasione di coccole. La fiaba non deve essere considerata solo in quanto testo, ma deve essere vista come uno strumento da usare per stare insieme. Ciò che offre la fiaba è, più che uno stimolo per lo sviluppo, un momento di contatto tra figlio e genitori. Fin da piccolo il bambino è contento di ascoltare la voce della mamma e del papà che gli cantano una ninna nanna o gli leggono una storia. Questo anche perché spesso, quando si racconta una favola a un bambino lo si prende in braccio e si sfoglia il libro insieme a lui, soffermandosi sulle illustrazioni. Il bimbo quindi, oltre ad ascoltare la voce del genitore che legge, ne percepisce le variazioni del respiro e dell’intonazione. L’intimità che si instaura condividendo il momento della lettura crea un contatto speciale tra genitore e bambino, e migliora il loro rapporto. Per quanto riguarda l’ipotesi che il rendimento scolastico del bimbo sia favorito dalla lettura quotidiana di una fiaba, va detto che questo aspetto non deve diventare lo scopo delle favole. 100% Fitness Magazine | 39