Dottoressa
Marianna Cricelli
Ippoterapista presso il CRE “Madonna di Rosella”
Piano di Sorrento (NA)
L’angolo degli esperti
IPPOTERAPISTA
L’IPPOTERAPIA
S
in dai tempi di Ippocrate, il cavallo da sella
veniva utilizzato a scopo terapeutico definendo “salutare” il suo ritmo.
Da allora ad oggi si riscontrano in letteratura numerosi riferimenti finalizzati al valore
dell’equitazione come metodo efficace per
favorire e conservare la salute fisica e mentale dell’individuo.
Attualmente, con studi effettuati nel corso degli ultimi 40 anni,
si è visto come l’andatura del cavallo è simile a quella umana.
Ma andiamo per ordine.
L’intervento terapeutico richiede:
- un adeguato periodo valutativo dello sviluppo psicomotorio
raggiunto dal bambino, sia dal punto di vista diagnostico che
prognostico.
- Un’analisi periodica dei risultati ottenuti relativamente alla
metodica applicata.
- Un accurato rilevamento delle ripercussioni emotivo-relazionali che il danno senso motorio inevitabilmente comporta.
Il coinvolgimento dell’ambiente è un elemento determinante e
comune a tutte le diverse tecniche riabilitative per consentire un
intervento globale ed intensivo, lungo tutto l’arco della giornata,
finalizzato a normalizzare e ad accelerare lo sviluppo del bambino qualunque sia la sua diagnosi.
I principi a cui mi atterrò nell’affrontare questa sintesi, non sono
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altro che l’approfondimento dei concetti di spazio, tempo e movimento.
Il rapporto tra psicomotricità e riabilitazione equestre è molto
stretto e dovra essere stretto il rapporto tra terapia in box e riabilitazione equestre.
Un ulteriore nota che nasce da queste considerazioni evidenzia
la stretta connessione che deve esistere, fra dialogo psicomotorio e quello kinesiterapeutico.
Il maneggio utilizzato in riabilitazione equestre presenta le seguenti caratteristiche:
- la dimensione minima deve essere 15 mt di larghezza e di 22
mt di lunghezza;
- immagini di riferimento fissati lungo lo steccato preferibilmente ad altezza cavaliere (disegni lettere foto ecc.)
- un’area utilizzata per il riconoscimento corporeo attrezzata
con lo specchio;
- la luminosità, che deve essere assicurata anche nelle ore serali
ed in condizioni di tempo nuvoloso per garantire sempre una
veduta d’insieme;
- una stazione fissa di messa in sella e di discesa da cavallo;
- birilli, corde, paletti e ostacoli colorati.
Si richiedono queste peculiarità, o parti di esse, in quanto si
potrebbe sviluppare in questo ambiente e con l’equide,anche il
gioco simbolico.