L’angolo degli esperti
Dottor
Vittorio Milanese
ODONTOIATRA
Linee guida per
la prevenzione
dei tumori maligni
del cavo orale
C
oncludiamo con questo articolo la rivisitazione del documento elaborato dal
Ministero del lavoro, della salute e delle
politiche sociali volto a fornire a noi professionisti delle linee guida per affrontare
alcune patologie del cavo orale di rilevante
importanza, ma che sono sicuro abbia interessato tutti coloro
attenti alla salute del proprio cavo orale.
Dopo aver parlato di prevenzione delle carie, della malattia parodontale e dell’edentulismo, oggi vi parlerò della prevenzione
dei tumori maligni del cavo orale.
Il cancro orale in tutte le sue forme (carcinoma del labbro, della
lingua, della faringe e della cavità orale), rappresenta nel mondo
circa il 6-10% delle patologie maligne (10% negli uomini e 4%
nelle donne).
Esistono, attualmente, tre zone considerate predisposte all’insorgenza ed allo sviluppo delle neoplasie della cavità orale: il
pavimento orale, la porzione ventro-laterale della lingua ed il
complesso costituito da palato molle e regione amigdaloglosso-palatina. Dal punto di vista macroscopico, la neoplasia può
presentarsi come una zona ulcerata, come un nodulo, come una
massa più o meno dura nell’ambito dei tessuti molli oppure
come una escrescenza.
Il tumore si sviluppa prevalentemente negli individui di età superiore ai 45 anni, con frequenza minore nelle donne rispetto
agli uomini dove la frequenza è circa dieci volte superiore.
Il CARCINOMA ORALE è una neoplasia caratterizzata da un
alto indice di prognosi infausta. La sopravvivenza a 5 anni dalla
diagnosi è del 44% ed è maggiore per le donne (54%) rispetto
agli uomini (41%).
24
| 100% Fitness Magazine
Poiché la sopravvivenza è legata allo stadio della diagnosi della
patologia, la diagnosi precoce è associata ad una sopravvivenza
a lungo termine maggiore. In particolare, nel caso di lesione localizzata e confinata, la sopravvivenza a 5 anni aumenta fino a
circa l’80%, mentre i tumori con metastasi la riducono al 20%
circa..
Il ritardo di diagnosi è correlato, fondamentalmente, a tre principali fattori: il ritardo con cui il paziente si rivolge ad un sanitario, il ritardo con cui lo specialista pone una diagnosi corretta e,
infine, il ritardo con cui vengono erogate le cure necessarie.
Il ritardo diagnostico è legato anche a:
• tendenza ad attribuire a qualsiasi lesione presente in bocca
l’etichetta generica di: “infiammazione”, definizione che sottintende caratteri di benignità;
• i portatori di protesi dentaria spesso attribuiscono alle protesi tutte le eventuali ferite o ulcere presenti in bocca senza
esaminare criticamente se esiste davvero un rapporto causaeffetto;
• tendenza a sottovalutare le lesioni asintomatiche: se una lesione non è dolorosa vuol dire che non è grave e può essere
trascurata;
• scarsa abitudine ad auto-esaminarsi la bocca;
• abitudine ad auto-esaminare solo le strutture più facilmente
visibili (dorso della lingua e gengive del settore anteriore) ;
• scarsa tendenza a sottoporsi a visite di prevenzione tipico dei
soggetti a maggior rischio (fumatori, consumatori di alcool,
persone con scadenti cure dentarie e protesi non adeguate,
portatori di una malattia infiammatoria cronica della bocca
come ad es. il lichen orale, portatori di lesioni precancerose).