100% Fitness Mag - Anno IV Agosto 2010 | Page 24

L’angolo degli esperti Dottor Vittorio Milanese ODONTOIATRA Linee guida per la prevenzione dei tumori maligni del cavo orale C oncludiamo con questo articolo la rivisitazione del documento elaborato dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali volto a fornire a noi professionisti delle linee guida per affrontare alcune patologie del cavo orale di rilevante importanza, ma che sono sicuro abbia interessato tutti coloro attenti alla salute del proprio cavo orale. Dopo aver parlato di prevenzione delle carie, della malattia parodontale e dell’edentulismo, oggi vi parlerò della prevenzione dei tumori maligni del cavo orale. Il cancro orale in tutte le sue forme (carcinoma del labbro, della lingua, della faringe e della cavità orale), rappresenta nel mondo circa il 6-10% delle patologie maligne (10% negli uomini e 4% nelle donne). Esistono, attualmente, tre zone considerate predisposte all’insorgenza ed allo sviluppo delle neoplasie della cavità orale: il pavimento orale, la porzione ventro-laterale della lingua ed il complesso costituito da palato molle e regione amigdaloglosso-palatina. Dal punto di vista macroscopico, la neoplasia può presentarsi come una zona ulcerata, come un nodulo, come una massa più o meno dura nell’ambito dei tessuti molli oppure come una escrescenza. Il tumore si sviluppa prevalentemente negli individui di età superiore ai 45 anni, con frequenza minore nelle donne rispetto agli uomini dove la frequenza è circa dieci volte superiore. Il CARCINOMA ORALE è una neoplasia caratterizzata da un alto indice di prognosi infausta. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è del 44% ed è maggiore per le donne (54%) rispetto agli uomini (41%). 24 | 100% Fitness Magazine Poiché la sopravvivenza è legata allo stadio della diagnosi della patologia, la diagnosi precoce è associata ad una sopravvivenza a lungo termine maggiore. In particolare, nel caso di lesione localizzata e confinata, la sopravvivenza a 5 anni aumenta fino a circa l’80%, mentre i tumori con metastasi la riducono al 20% circa.. Il ritardo di diagnosi è correlato, fondamentalmente, a tre principali fattori: il ritardo con cui il paziente si rivolge ad un sanitario, il ritardo con cui lo specialista pone una diagnosi corretta e, infine, il ritardo con cui vengono erogate le cure necessarie. Il ritardo diagnostico è legato anche a: • tendenza ad attribuire a qualsiasi lesione presente in bocca l’etichetta generica di: “infiammazione”, definizione che sottintende caratteri di benignità; • i portatori di protesi dentaria spesso attribuiscono alle protesi tutte le eventuali ferite o ulcere presenti in bocca senza esaminare criticamente se esiste davvero un rapporto causaeffetto; • tendenza a sottovalutare le lesioni asintomatiche: se una lesione non è dolorosa vuol dire che non è grave e può essere trascurata; • scarsa abitudine ad auto-esaminarsi la bocca; • abitudine ad auto-esaminare solo le strutture più facilmente visibili (dorso della lingua e gengive del settore anteriore) ; • scarsa tendenza a sottoporsi a visite di prevenzione tipico dei soggetti a maggior rischio (fumatori, consumatori di alcool, persone con scadenti cure dentarie e protesi non adeguate, portatori di una malattia infiammatoria cronica della bocca come ad es. il lichen orale, portatori di lesioni precancerose).