100% Fitness Mag - Anno III Ottobre 2009 | Page 64
lifestyle
l’angolo degli animali
AVVELENAMENTO DA
RODENTICIDI ANTICOAGULANTI
G
li
avvelenamenti
sono
certamente
un’emergenza veterinaria tra le più
frequenti.
In particolare i rodenticidi anticoagulanti sono un gruppo di veleni frequentemente causa d’intossicazioni
grazie alla loro notevole diffusione
nell’ambiente.
Si tratta di un gruppo molto ampio di
composti che possiedono una struttura chimica differente ma il medesimo meccanismo d’azione. I più
famosi e diffusi si chiamano Warfarin
e Curarina (di prima generazione), e
Brodifacum e Bromadione (di seconda generazione).
Sono largamente impiegati per la lotta contro i roditori non solo in campagna, nei giardini, ma
anche nelle città (chi di voi non ha mai visto cartelli sui muri o
sui cassonetti dell’immondizia che recano la scritta “zona soggetta a derattizzazione. Antidoto vit. K” ?).
Quel che molti ignorano è che le esche, sapientemente prepa-
rate per attirare i topi, in realtà attraggono i nostri amici animali, che sono capaci di scovarle anche nei posti più nascosti!
In più il nostro cane o gatto possono intossicarsi (è più difficile
ma sempre possibile) attraverso il consumo di carcasse di topi
morti grazie al veleno.
Qual è il meccanismo d’azione di questi veleni?
Tutti i rodenticidi anticoagulanti agiscono competendo e bloccando la vit.
K, che nel fegato è essenziale per la sintesi dei fattori della coagulazione; tutto
ciò provoca nel tempo una diminuzione
di questi fattori nel torrente circolato-
rio e, in pratica, una notevole difficoltà
nella coagulazione del sangue.
Come potete capire dal meccanismo
d’azione, non si tratta di veleni rapidi
ma lenti, ossia: l’animale può manifestare sintomi di malattia anche 2-6
giorni dopo l’ingestione del veleno e,
non è detto che esso debba ingerire
grosse quantità d’esche avvelenate per
avere l’effetto tossico, ma bastano piccole dosi prolungate nel tempo.
Cosa fare in caso d’avvelenamento?
Mettiamo che avete appena beccato il
vostro cane col muso nello scatolo delle
esche, cosa fare?
Si può provare a farlo vomitare (se sono
passati appena 30-60 minuti) o in alternativa a effettuare la lavanda gastrica (se
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sono passate non più di 2-4 ore), somministrare carbone attivo per ridurre
l’assorbimento del tossico o eventualmente un purgante.
Due consigli: è bene che queste “manovre” le faccia chi è esperto ( il veteri-
nario!), e inoltre, se l’animale mostra
già dei sintomi di qualsiasi specie non
tentate niente di tutto questo, ma rivolgetevi direttamente al veterinario. Non
improvvisatevi dottori, potreste fare
danni maggiori!