100% Fitness Mag - Anno III Marzo 2009 | Page 52

SPORT & FITNESS di Ernesto Lupacchio Club Manager - Central Fitness Club 1, 2, 3 IL SORRISO DEGLI OCCHI!!! L’Africa che non puoi dimenticare… A vrei voluto mettermi in un angolo a piangere; ho provato a farlo ma non ci sono riuscito. Nel Centro Nutrizionale del Programma DREAM (per la cura dell’AIDS in Africa) della Comunità di Sant’Egidio di Matola, un paesino accanto a Maputo (la capitale del Mozambico), sono iscritti 1200 bambini, ed ogni giorno ne vengono a mangiare nel centro da 700 a 1000. Vi assicuro che non c’era un solo angolo dove poter sfuggire, anche solo per un attimo, ad uno dei 700 o 1000, a secondo del giorno. Appena una di quelle piccole creature ti vedeva appartato, correva da te, cercava il tuo sguardo, ti abbracciava forte, si buttava (nel vero senso della parola) in braccio, ti baciava dolcemente o energicamente; per lui non contava la forza messa in quel gesto, contava sentire il tuo affetto e sentire che eri lì anche per lui. E tu, non potevi più piangere…dovevi sorridere…dovevi sorridere come facevano tutti loro… come fanno tutti loro, ogni giorno, tutti i giorni, per tutta la vita…la loro breve vita!!! La vita, in Mozambico, infatti è breve: molti bambini muoiono subito dopo il parto, moltissimi durante il primo anno di vita e molti altri non arrivano a 10/12 anni. In Africa si muore ancora di fame e per tante malattie infettive…ed allora, solo quando sei lì, ti rendi conto del valore della vita. Ho sentito storie terribili che hanno segnato profondamente il mio cuore; ho visto bambini orfani di 6/7 anni prendersi cura dei fratellini di 2 anni, portandoli con sé sulla schiena, avvolti in un panno a modo marsupio (in Mozambico si chiama capulana). Mangiavano da soli e tornavano da soli a casa…già a casa, ho visto anche quelle, le loro case. Capanne di paglia senza energia elettrica ed acqua, le une vicine alle altre a formare 52 100% Fitness Magazine piccoli ill dei pi li villaggi fra gli alberi. Sono dimore che mi sembra assurdo, tutt’ora, chiamare case, perché non hanno nulla a che vedere con le abitazioni in cui viviamo noi. Quei bambini, ogni giorno, percorrono chilometri a piedi per andare, dalla loro capanna, a prendere l’acqua nel pozzo più vicino o a cercare qualcosa da mangiare. Mi ha colpito molto, tutto questo, ma più di ogni altra cosa, la loro dignità e la loro incredibile umanità. Avevo comprato una borsetta con dei cioccolatini per una bimba che avevo visto in una foto e di cui avevo chiesto notizie. Appena arrivato lì non