SPORTFITNESS
&
L’Europa, lo sport e il dialogo interculturale
Promuovere
l’integrazione
attraverso lo sport
di Mario Sgarrella
Tirocinante Commissione Europea
C
ome gli italiani che dal
1890 al 1960 emigravano
in America o in Germania, oggi molti migranti
da tutto il mondo scelgono l’Italia (e l’Europa intera) come luogo di emigrazione o
anche solo di passaggio. L’Europa e l’Italia sono e saranno sempre più “diverse”
e “variegate” in termini di etnie, colori e
costumi. Ognuno di noi si trova e si troverà a confrontarsi con una società sempre
più complessa, sempre più multiculturale
e sempre più ricca di nazionalità, lingue e
religioni che vengono ad aggiungersi alla
nostra già bellissima varietà di dialetti,
credenze, e tradizioni etniche e culturali.
Tuttavia, questo cambiamento rappresenta anche un’enorme sfida che ci coinvolge
tutti: la sfida dell’integrazione. Integrare
è come una strada, un percorso “a doppio
senso”: il migrante deve adattarsi il più
possibile alle regole del paese che lo accoglie (regole di buona convivenza che molto spesso non sono poi così diverse negli
altri paesi del mondo!) e il paese di acco-
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glienza deve dimostrarsi aperto, ospitale,
e deve far sì che nessun migrante (ma ciò
vale anche per i propri cittadini!) sia al di
fuori della legge e al di fuori del “sistema” civico. Ben inteso integrare è molto
più che tollerare, molto più che vivere
fianco a fianco ignorandosi. Molto può
fare il cosiddetto “Stato” e, se esso vuole, anche l’Europa viene in aiuto. Ma
molto possiamo fare noi, singoli cittadini di buona volontà; molto possono fare le associazioni culturali … e
quelle sportive.
Può lo sport essere uno strumento
per l’interazione e la comprensione
multiculturale?
“Non ci può essere integrazione
se non ci comprendiamo l’un
l’altro. E come possiamo capirci
se non ci conosciamo”. Prendo
a prestito questa affermazione
di Pearson, grande statista
canadese, per evidenziare
che prima di tutto viene