IETA’
SOC
di Paolo e Vincenzo
IL SOLLEVATORE
INCANTATO
SECONDO RACCONTO INCANTATO
P
roseguendo nelle singolari descrizioni sulle
meravigliose storie che
il nostro taumaturgo
ebbe poi nel tempo a sperimentare
e raccontare parleremo di quando
volle regalarsi come secondo desiderio un ausilio molto utile quanto
complesso denominato l’alzapersone, naturalmente fece ricorso alla
famosa bacchetta magica poiché
solo tramite essa poteva avere facoltà di realizzare i suoi desideri, è
in sintonia con quanto abbiamo già
descritto nel primo racconto con
l’intervento di quel comitato speciale capeggiato dagli Dei dove il
taumaturgo acquisì la piena fiducia
rilasciatagli.
Questa insolita macchina consisteva in una struttura di ferro composta da una base mobile con rotelline
piroettanti, mentre nella parte superiore vi era collegato un braccio
meccanico con sopra installato un
bilancino con quattro agganci, la
quale vi era predisposto un sistema
per l’installaggio di un’imbracatura
intessutagli con alghe marine da
tutte quelle creature che popolavano
l’immenso oceano, e che fu donata
al nostro amico il giorno del suo
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compleanno.
Ricollegandoci alla prima storia
fantastica sulla carrozzina magica,
dove si descriveva come il protagonista era costretto a vivere su una sedia a rotelle ma con dignità e molta
fantasia (doti queste che gli rendeva
la vita più piacevole e interessante)
il nuovo attrezzo oltre ad assolvere
una funzione indispensabile per le
operazioni di igiene personale era
adeguato per altre funzioni, infatti
ogni qualvolta il taumaturgo voleva
inoltrarsi nell’olimpo per assaporarle
le sue bellezze, l’alzapersone gli dava
la possibilità di accedere in quei luoghi poiché con il suo braccio meccanico poteva sollevarlo molto in alto
fino a varcare le soglie dell’universo.
In una di quelle particolari trasferte fece conoscenza d’alcuni filosofi
dell’antica grecia dialogava e dissertava con quei pensatori e gli faceva presente come nella città dove
lui viveva le difficoltà erano tante a
causa delle barriere architettoniche,
a tale proposito in una di quelle conversazioni il filosofo Seneca ebbe a
confortato, poiché, lo informò che
nell’antica città di Sparta esistevano gli scivoli dove una persona su
carrozzella (all’epoca forse vi erano
delle carrozzelle rudimentali) pote-
va facilmente deambulare.
Per molti anni il nostro taumaturgo
aveva annoverato nella sua esperienza tantissimi viaggi in ogni latitudine del mondo per la passione
di conoscere popoli e culture, ma un
bel giorno si domandò se era possibile sondare come uno speleologo le
viscere della terra, naturalmente era
realizzabile il suo desiderio, poiché
niente era impossibile tramite il suo
sollevatore incantato, come infatti
quella strana macchina allungò il
suo braccio d’acciaio e con l’aiuto
di 4 lumachine che prontamente
lo imbracarono cominciò la discesa in quel misterioso e affascinante
mondo sotterraneo. Ad attenderlo
all’ingresso di quelle grotte vi era
una spiritosa guida turistica d’origini lappone conoscitrice delle bellezze del sottosuolo terrestre e che
avrebbe condotto il taumaturgo sul
percorso da fare.
Era quasi un gioco attraversare
quegli anfratti, il ministero per le
questioni sotterranee aveva creato
delle stradine adatte per le persone
con difficoltà motore H