100% Fitness Mag - Anno III Luglio 2009 | Page 41

sua scuola. Cercherò di spiegarvelo meglio attraverso un racconto di Bruno Ferrero. In un magnifico giardino cresceva un bambù dal nobile aspetto. Il Signore del giardino lo amava più di tutti gli altri alberi. Anno dopo anno, il bambù cresceva e si faceva robusto e bello. Perché il bambù sapeva bene che il Signore lo amava e ne era felice. Un giorno, il Signore del giardino si avvicinò al sua amato albero e gli disse: «Caro bambù, ho bisogno di te». Il magnifico albero sentì che era venuto il momento per cui era stato creato e disse, con grande gioia: «Signore, sono pronto. Fa’ di me l’uso che vuoi». E il Signore del giardino rispose: «Per usarti devo abbatterti». Il bambù si spaventò: «Abbattermi, Signore? Io, il più bello degli alberi del tuo giardino? No, per favore, no! Usami per la tua gioia, Signore, ma per favore, non abbattermi». «Mio caro bambù – continuò il Signo- re – se non posso abbatterti, non posso usarti». Il giardino piombò in un profondo silenzio. Anche il vento smise di soffiare. Lentamente il bambù chinò la sua magnifica chioma e sussurrò: «Signore, se non puoi usarmi senza abbattermi, abbattimi». «Mio caro bambù – disse ancora il Signore del giardino – non solo devo abbatterti, ma anche tagliarti i rami e le foglie». «Mio Signore, abbi pietà. Distruggi la mia bellezza, ma lasciami i rami e le foglie!». «Se non posso tagliarli, non posso usarti». Il sole nascose il suo volto, una farfalla inorridita volò via. Tremando, il bambù disse fiocamente«Signore, tagliali». Ma il Signore proseguì: «Mio caro bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti un due e strapparti il cuore. Se non posso fare questo, non posso usarti». Il bambù si chinò fino a terra e mormorò: «Signore, spacca e strappa». Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami e le foglie, lo spaccò in due e gli estirpò il cuore. Poi lo portò dove sorgeva una fonte di acqua fresca, vicino ai suoi campi che soff rivano per la siccità. Delicatamente collegò alla sorgente una estremità dell’amato bambù e diresse l’altra verso i campi inariditi. La chiara, fresca, dolce acqua prese a scorrere nel corpo del bambù e raggiunse i campi. Fu piantato il riso e il raccolto fu ottimo. Così il bambù divenne una grande benedizione, anche se era stato abbattuto e distrutto. Quando era un albero stupendo, viveva solo per se stesso e si specchiava nella propria bellezza. Stroncato, ferito e sfigurato era diventato un canale, che il Signore usava per rendere fecondo il suo regno. Che ognuno di noi, seppur piagato, stanco, ferito, deluso, possa essere come il bambù e irrigare d’amore quanti ci circondano. Ad maiora! 100% Fitness Magazine 41