tono e nella funzione dei muscoli facciali si ripercuotono
sulle arcate dentarie decidue in formazione e sui mascellari in crescita, potendo portare a diversi e a volte severi
quadri di malocclusione.
lungo periodo di apprendimento affinché si perfezioni, e
questo percorso può essere ostacolato da svariati fattori.
Durante questo delicato periodo devono cessare i comportamenti che tendono a mantenere e a rafforzare nel
bambino gli atteggiamenti succhianti tipici del periodo
neonatale: il succhiamento del dito o della lingua, l’uso
del succhiotto e l’alimentazione prevalente al biberon.
Il loro mantenimento ad oltranza ostacola il processo
di maturazione del meccanismo nutritivo di tipo adulto,
composto di masticazione e deglutizione dei cibi.
Il protrarsi degli atteggiamenti succhianti esercita la lingua a funzionare tra le arcate dentarie decidue anziché al
loro interno, e i muscoli facciali, in particolare il muscolo
orbicolare delle labbra, il mentale e il buccinatore, diventano iperattivi nel tentativo di raggiungere e sigillare i
bordi e la punta della lingua, così come necessario al neonato per eseguire “la poppata”.
Le alterazioni che in tal caso vengono a determinarsi nel
E’ bene infine ricordare che esistono numerose e diverse
tipologie di malocclusione ed ognuna di esse riconosce
una diversa età ottimale per iniziare la cura, sfruttando
al massimo le potenzialità di crescita del paziente senza
correre il rischio di una cura eccessivamente (ed inutilmente) lunga. Ad esempio, laddove sia richiesto un trattamento di tipo ortodontico-ortopedico, che richieda
cioè un intervento sulle basi ossee, è preferibile iniziare
quanto prima la cura.
Se invece si rende necessario un intervento di tipo funzionale, che agisca sulla muscolatura del paziente per
favorire i processi di crescita mandibolare, è preferibile
iniziare il trattamento intorno ai 10-11 anni.
Altri problemi potrebbero essere trattati direttamente a
fine permuta dentale. Sono queste, in ogni caso, valutazioni che spettano all’ortodontista. Di sicuro consiglio far
visitare il piccolo paziente quanto prima possibile, quindi
anche a 6-7 anni: sarà poi il professionista a valutare se è
il caso o meno di intervenire e quando il momento risulti
essere quello più opportuno.
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