S
alute & Benessere
di Mariarosaria D’Esposito
Logopedista
LOGOPEDIA
La Demenza
N
ell’immaginario collettivo il termine “demenza” assume connotati assolutamente forti e devastanti.
In realtà si riferisce ad una condizione di deterioramento delle capacità cognitive del soggetto che,
in relazione alla causa del degrado, può presentarsi
con una varietà di quadri clinici ed una certa eterogeneità.
Le possibili cause di demenza sono numerose:
- la malattia di Alzheimer
- il morbo di Parkinson
- i tumori cerebrali
- i traumi cranici
- l’uso di droghe
- l’alcolismo
- l’uso e l’interazione di alcuni farmaci
- la depressione
- le patologie vascolari del cervello
- la corea di Huntington
La malattia di Alzheimer (M.A.), la più temibile
tra i quadri dementigeni, costituisce il 70% dei casi.
Generalmente la M.A. esordisce in maniera subdola, manifestandosi inizialmente con degli occasionali
e poco significativi “vuoti di memoria”. Nello stadio
terminale, il paziente demente non è più in grado di
comunicare, alimentarsi e muoversi autonomamente.
In particolare, all’osservazione emerge un’ampia sintomatologia.
Sovente il soggetto demente è depresso: tale condizione risulta conseguente alla presa di coscienza del
proprio stato. Il paziente in genere denuncia episodi di confusione, difficoltà di orientamento, anche
in luoghi a lui familiari; emergono, inoltre, difficoltà
nello svolgimento di attività quotidiane, come l’igiene
personale e la gestione del denaro; si osserva in tutti i
pazienti, perdita graduale delle capacità di memoria,
importante riduzione delle capacità comunicative e
disfagia (difficoltà di deglutizione), spesso causa della
morte del paziente demente.
Una delle problematiche cliniche di più frequente riscontro è rappresentata dalle difficoltà diagnostiche in
soggetto con condizione di demenza iniziale. In tali
casi, infatti, il soggetto può continuare a condurre una
vita apparentemente normale e sovrapponibile ad una
condizione di invecchiamento cerebrale fisiologico.
Occorre, pertanto, una diagnosi differenziale tempestiva volta ad un intervento terapeutico precoce, in
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quanto è proprio in corrispondenza di questi stadi
che è possibile trarre il maggior beneficio dalla presa in carico riabilitativa. Il percorso terapeutico può
avvalersi di diverse tecniche, volte a rallentare il deterioramento cognitivo del soggetto e “all’ attivazione
cognita”, ossia, nei casi in cui è possibile, al recupero
delle funzioni lese, attraverso il riutilizzo di funzioni
ancora integre.
Laddove il deterioramento cognitivo risulta fortemente avanzato, l’intervento terapeutico ha come
unica finalità quella di preservare le autonomie del
soggetto più a lungo possibile.
A tale scopo vengono suggeriti programmi da adottare nel quotidiano che contemplano la pianificazione
delle attività, l’uso di supporti visivi e scritti. Verranno,
inoltre, fornite indicazioni ai familiari e agli assistenti
sulle modalità di approccio al paziente demente. In
particolare risulterà utile, nella conversazione, usare
un linguaggio semplice e coinciso, ripetere più volte
le informazioni fondamentali, evitare di formulare
domande aperte (ad esempio “cosa vuoi bere?”), ma
far scegliere fra poche opzioni (“Vuoi acqua o latte?”),
utilizzare cartelli e promemoria che riportano, in maniera chiara, come eseguire determinate azioni (ad
esempio fare il caffé).
Il ricorso a questi semplici ausili contribuisce, nei diversi stadi della malattia, al mantenimento della qualità di vita e dignità umana del soggetto.