a livello dei cingoli scapolare e pelvico che
si inclinano, ruotano sotto l’effetto delle sollecitazioni asimmetriche proteggendo cosi
la colonna vertebrale; nel momento in cui
la cintura scapolare e pelvica non riescono
ad assolvere alla loro funzione di tampone,
ecco comparire gli atteggiamenti scoliotici
e le varie sindromi algico posturali. Lo studio della postura nel ciclismo assume caratteri peculiari, in quanto nella dinamica della
pedalata ciascuna articolazione e segmento
scheletrico coinvolti ricoprono uno specifico compito che si differenzia nettamente
da quelli ricoperti nella maggior parte dei
movimenti sportivi. L’azione dell’apparato
locomotore, infatti, è tutta orientata a trasmettere energia alla bicicletta con modalità assai diverse rispetto a quelle utilizzate ad
esempio, nell’eseguire un passo di corsa, un
salto o un lancio. L’azione è ciclica e ripetitiva, in quanto il mezzo perfettamente simmetrico, costringe ad eseguire movimenti
caratterizzati dal ripetersi di medesime
traiettorie ed escursioni articolari.
Un’attenta valutazione principalmente a carico dell’apparato masticatorio a differenza
degli altri recettori, evidenzia spesso: deviazioni della mandibola verso un lato, disfunzione occlusale congenita o acquisita nel
tempo per cattive riabilitazioni protesiche
e/o ortodontiche.
In questi casi, ovviamente, lavorando sul
piano masticatorio si possono ottenere risultati sorprendenti sia sul piano clinico
che prestativo. Quest’ultimo aspetto non
può essere sottaciuto in quanto il riequilibrio funzionale delle catene cinetiche non
può che migliorare la capacità dell’atleta di
esprimere potenza sui pedali.
Valutando la postura di un atleta, non
possiamo non controllare la funzione cranio-mandibolare anche perché, in quanto
esistono efficaci sistemi di valutazione che
applicati alla Kinesiologia Applicata consentono di ottimizzare al meglio la performance individuale dell’atleta; ovviamente,
anche se si osserva con maggiore frequenza
la disfunzione mandibolare questa non deve
essere mai isolata ma, inserita in un contesto
globale insieme agli altri recettori posturali
come il piede, occhio, sistema vestibolare.
Inoltre di volta in volta, vanno attentamente considerati i vantaggi e gli svantaggi che
le terapie comportano in funzione di ogni
singolo individuo e delle caratteristiche del
suo impegno sportivo.
di Francesca Spinelli
Ostetrica
Perché il
tampone vaginale
a termine di gravidanza?
Tra la 34° e la 37° settimana di gestazione il ginecologo effettua sulla
gestante un esame di screening volto a definire la presenza o assenza
di batteri che presenti in vagina possono ledere il feto al momento
del suo passaggio attraverso il canale del parto: questo semplice esame è il tampone vaginale.
In particolare la ricerca è diretta verso la diagnosi di infezione da
STREPTOCOCCO β EMOLITICO, che è una delle principali
cause di morbilità e mortalità neonatale.
L’incidenza di infezi