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QUELL’ANGOSCIOSO
DOLORE
AL PETTO...
di Erminio Liguori
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Cardiologo - Endocrinologo
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uando si presenta nella maniera più tipica,
raramente inganna il
medico e sopratutto
lo stesso paziente, tanta è la carica di
angoscia e di “senso” di morte imminente che porta con se’...
Parliamo della famosa “angina pectoris”, cioè “dolore al petto”, entità
arcinota della patologia cardiaca, già
descritta mirabilmente nell’antichità
e, in modo assai vivido e “plastico” da
un grande medico inglese, circa tre
secoli fa; con essa si descrive la crisi
coronarica che può fermarsi allo sta-
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dio di “ISCHEMIA”, con sofferenza
più o meno prolungata dei tessuti
cardiaci, ma senza morte cellulare,
o evolvere verso l’INFARTO del
miocardio, ovvero la morte per mancanza di apporto di ossigeno, di un
certo numero di cellule del muscolo
cardiaco.
L’angina pectoris quando si presenta
in forma tipica è pertanto facilmente riconoscibile clinicamente, anche
senza l’immediato supporto strumentale, manifestandosi essa come
un dolore retrosternale irradiato a
sbarra a tutto il petto, profondo e
oppressivo, di solito coinvolgente
anche l’arto superiore sinistro (spalla, omero, gomito, polso, dita del
versante ulnare) e il dorso in sede infrascapolare o nella regione del collo/nuca, accompagnato da intensa
sudorazione fredda e talvolta conati
o vomito.
Naturalmente non è sempre così, ed
una percentuale importante di casi
(circa il 35-40%) si presenta in forma più o meno “atipica”, vale a dire
si discosta da questa descrizion N