Salute & Benessere
di Fausto Trapani
Dermatologo
CUTE E REAZIONE
AVVERSE DA ALIMENTI
CONSIGLI PRATICI
PER I GENITORI:
1) stabilite per quanto tempo il bambino può guardare la televisione: un’ora al
giorno può andar bene;
2) decidete quali sono i programmi da vedere;
3) controllare sempre cosa guardano i bimbi
in Tv;
4) proponete cassette di cartoni animati
o programmi educativi che ritenete più
validi;
5) guardate la Tv con i vostri figli, commentando e partecipando con loro;
6) fate attenzione ai programmi che guardate in loro presenza;
7) off rite delle alternative interessanti alla
Tv: giochi, letture, passeggiate.
CONCLUSIONI
Recentemente, il Comitato per l’applicazione del Codice Tv e minori, a seguito di
un monitoraggio dei programmi della fascia
protetta, cioè quella pomeridiana, ha riscontrato ben 37 violazioni nel 2007 nel senso
di un insano eccesso di violenza, commissionando 42 sanzioni: 10 alla Rai, 10 a Mediaset, 2 a La7, 12 alle tv satellitari, 8 alle tv
locali.
Questo è molto grave. La televisione, come
ha commentato Sergio Givone su Il Mattino, non è solo lo specchio, passivo e neutrale, della società, ma contribuisce a creare
mode, stili, valori, e ciò comporta per chi la
fa un grande senso di responsabilità sociale.
La stessa che ogni adulto percepisce verso i
bambini che gli sono affidati.
A
L
llergia alimentare, un modo di dire abbastanza comune
che nasconde una materia molto complessa e variegata
e che si traduce in una grande variabilità di manifestazioni cliniche e sintomi a carico non solo della cute ma di
diversi apparati.
’incidenza delle allergie alimentari nella popolazione generale non è mai stata accertata con precisione
anche per la confusione terminologica che si fa con le
cosiddette intolleranze alimentari che rappresentano dei fenomeni di diversa natura. E’ preferibile adottare la classificazione
proposta dall’Accademia Americana di Allergia e Immunologia ormai largamente accettata dalla comunità scientifica e che
ha stabilito di usare il termine omnicomprensivo di “reazione
avversa al cibo” e delegando chiaramente al medico l’onere di
distinguere le manifestazioni morbose su base immunologica
e quindi allergica da quelle non allergiche ma che, sul piano
clinico e sintomatologico, possono mimarle.
Solitamente quando si tratta di allergie (ma ciò non costituisce una regola) si intende una sintomatologia che esordisce a
distanza anche breve dall’assunzione di cibo (da pochi minuti
a poche ore). In questi casi è il nostro sistema immunitario ad
essere “troppo sensibile” e a produrre anticorpi IgE e IgG nei
confronti di una determinata sostanza che viene erroneamente
riconosciuta come un antigene. Nella maggior parte dei casi gli
alimenti responsabili sono pesce,crostacei, arachidi, frutta secca
e, nei bambini, anche latte, uova, soia e frumento. Oltre a vari
distretti cutanei le manifestazioni allergiche possono interessare il cavo orale, il canale digerente e l’apparato respiratorio.
Con “intolleranza” si deve intendere un fenomeno non immunologico che agisce soprattutto in base alla quantità di cibo
non tollerato da una determinata persona che si traduce in un
“accumulo di tossine”.
Le manifestazioni cliniche possono essere simili a quelle delle
vere e proprie allergie ma certamente sarà diverso l’approccio
terapeutico. Rientrano in questi casi alimenti troppo contaminati da insetticidi e/o fitofarmaci impiegati nella coltivazione o
nella conservazione o trattati con additivi di vario genere.
Per quanto riguarda la cute le manifestazioni spesso violente
interessano il cuoio capelluto, la cute degli arti,orecchie, regioni
perioculari e periorali, collo, caviglie, ascelle e pieghe in genere.
Non sempre è necessaria l’esecuzione di test allergici potendo
una buona anamnesi clinica far nascere fondati sospetti e inchiodare un determinato alimento alle proprie responsabilità.
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