Salute & Benessere
per far loro intendere che non sono soli? Lo ripeto: essere
come Voi che mi leggete. Un paio di mani incallite, due
ginocchia ispessite per il troppo lavoro o la costante preghiera, un po’ di tempo sottratto al maquillage sempre più
esigente per off rirlo a chi chiede attenzione, un capo di
vestiario portato ancora, anche se non più di moda, per un
gesto più generoso di solidarietà. So per certo che esistono
persone così, cito per tutti la mia cara amica Tina. Martyin
Luter King, Budda, Gandhi, sono ancora validi esempi e
Gesù con una frase che non ammette divagazioni ha detto: «chi ama la propria vita la perderà; chi perde la propria
vita per causa mia la ritroverà». Il corpo, la salute, la bellezza, la simpatia, il fascino, sono tutti doni da non trascurare,
ma non devono essere fine a se stessi, devono essere spesi,
“perduti” per qualcuno, per qualcosa.
Gesù ci chiama a una maggiore responsabilità, ci chiama
a tradurre nella vita i suoi insegnamenti. «.Chi vuol essere
grande tra di voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il
primo tra voi sarà il servo di tutti». È il servizio fatto per
amore, se si ascoltassero di più queste semplici parole si
respirerebbe meglio e non ci sarebbero più in giro i poveri
e gli scontenti ma, pur nella sofferenza, gente più serena
che gusta la bellezza del vivere in questo mondo. Bisogna far capire ai nostri giovani che nella vita, così come
ci è stata data da Dio, non c’è nessun veleno mortale. È
scritto nel libro della Sapienza (1,13-15: “capitolo 1, versetti 13-15”): «Dio non ha creato la morte e non gode
per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per
l’esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c’è
veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, perché la
giustizia è immortale». A volte Dio sembra così disattento,
eppure «il Padre. fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti»
(Matteo 5,45).
Dio non è per la sofferenza e la morte, ma è per la felicità e
la vita. Vuole l’uomo vivo e chiede a ciascuno di aff rontare
il proprio destino. D’altra parte non basta conoscere il senso della vita per avanzare lungo la strada: molti sanno dare
ottimi consigli, ma non sono capaci di fare un passo per
migliorarla. Cari giovani nascere è una lotta, ma una lotta
per la vittoria. Dobbiamo far fronte al nostro destino per
far fruttificare e trasformare la nostra esistenza. Possiamo
anche considerare poca cosa tutto ciò di cui disponiamo e
tutto ciò che facciamo. Questo non significa disprezzare
ciò che ci è stato donato. Anche il poco che abbiamo ha
molto valore se sappiamo farlo crescere. Alla sera della vita
saremo