PERCHE’ SI SUDA?
Durante il lavoro muscolare, due terzi dell’energia vengono trasformati in
calore. Affinché la temperatura corporea non superi il normale limite dei
37 gradi, due o tre milioni di ghiandole sudoripare estraggono dal sangue il
sudore, che evapora sulla pelle e la raffredda. Quando il corpo si scalda, le
ghiandole sudoripare in contatto con i capillari sanguigni, aspirano il liquido e
lo portano sulla cute, sotto forma di goccioline. Il meccanismo è controllato
dal sistema nervoso, che si accorge dell’aumento di temperatura. Il sudore
forma anche un film idrolipidico che protegge la pelle.
PERCHÉ IL PEPERONCINO E LE
SPEZIE PICCANTI PROVOCANO UNA
SENSAZIONE DI CALORE?
PERCHE’ STARNUTENDO
CHIUDIAMO
GLI OCCHI?
Lo starnuto parte quando
i sensori nervosi che
si trovano nel naso
segnalano la presenza di
particelle estranee. Scatta
l’emergenza: il naso emette
muco, i muscoli respiratori
comprimono fortemente il
torace e quelli che controllano le vie respiratorie le fanno
chiudere. Quando la pressione dell’aria
nei polmoni diventa troppo alta, le vie respiratorie
si aprono espellendo con forza aria e particelle
estranee. Lo spasmo che accompagna lo starnuto
coinvolge parecchi muscoli, compresi quelli facciali,
responsabili dello sbattimento degli occhi. Ed
ecco il punto: chiudere gli occhi starnutendo probabilmente è un meccanismo
biologico che serve a proteggerli. Anche
perché espellere dal naso le particelle richiede una
presiione molto alta, che si trasforma in una velocità
di espulsione di circa 160 km all’ora. Chiudere
gli occhi, quindi può servire a impedire che tale
pressione possa danneggiare i dotti lacrimali.
Quando si mangia un piatto piccante, come le penne
all’arrabbiata o il chili di carne, inevitabilmente si prova
una sensazione di calore accompagnata da aumento della
sudorazione e arrossamento del viso e delle orecchie. Ma se
la reazione è questa, come mai nei paesi caldi, come il Sud
America se ne fa largo uso? Si tratta di un modo per trarre in
inganno il nostro cervello, facendogli credere che nel nostro
corpo sia divampato un “incendio”. I principi attivi contenuti
nelle spezie piccanti, come la capsacina del peperoncino,
stimolano due tipi di recettori presenti nella nostra bocca.
In primo luogo eccitano le fibre nervose del dolore che di
norma percepiscono temperature estreme, intensi stimoli
meccanici, come punture e tagli e il contatto con alcune
sostanze chimiche. Ma ciò non basta per far capire al cervello
cosa sta succedendo. Allora la capsacina stimola anche dei
recettori specifici per il calore, in modo che il cervello riceva
due informazioni: c è uno stimolo intenso, è uno stimolo di
c’è
calore. A questo punto s scatena la sensazione di calore
si
serie di reazioni tese a spegnere
che implica una
“l’incendio” che secondo il nostro
cervello si sta verificando, quindi
sudorazione, vasodilatazione e
r
rallentamento del flusso sanguigno.
Quindi la vampata di calore immediata
Q
è una sensazione temporanea che il nostro
cervello s preoccupa di placare rapidamente,
si
tentando tutti gli espedienti possibili per
tu
far abbassare la temperatura corporea. Anche
l
il mentolo agisce in questo modo, ma invece di
stimolare i recettori del calore eccita quelli
del freddo, dandoci un’immediata
d
sensazione di fresco.
se