CHE COSA CONTIENE VERAMENTE IL SUSHI?
E’ il piatto tipico della cucina giapponese. Pare sia stato
introdotto nel VII sec. Da monaci buddisti rientrati dalla Cina.
In genere si presenta in forma di cilindri di riso e pesce avvolti
da alghe.
Alghe. Ne esistono molte varietà. La più utilizzata per avvolgere il sushi è l’alga Nori (porphyra tenera), un’alga rossa
nota anche come lattuga di mare. Nel passato si raccoglievano
le foglie che crescevano sui pali dei porti. L’alga viene pressata e
tostata fino ad ottenere fogli simili alla carta, di 18x21 cm.
Pesce. I pesci più usati sono tonno, salmone e carpa.
Il taglio del pesce e la composizione del piatto sono considerati
un’arte, che richiede anni di pratica. Quella del maestro di sushi,
è una professione principalmente maschile: una volta si pensava
che le mani delle donne fossero troppo calde e danneggiassero
il pesce.
Wasabi. E’ una crema di rafano giapponese di colore verde e sapore forte, detta anche Namida, cioè “lacrima“, proprio
perché può far lacrimare. Viene usata per insaporire il sushi e ha
funzione antibatterica e digestiva.
Riso. Si utilizza la varietà japonica, che ha la giusta consistenza. Si inumidiscono le mani con acqua e aceto, si prendono
una cucchiaiata di riso e una fetta di tonno con la salsa Wasabi.
E si compatta bene il tutto, ottenendo un blocchetto di circa 5
cm x 2 o 3 di larghezza.
TAVOLA A RISCHIO
Attento a questi cibi: sono quelli che più
facilmente fanno liberare al tuo organismo più istamina, facilitando cosi la reazione
allergica.
ARACHIDI E NOCI. Fino a poco tempo fa
era un’allergia solo americana. Oggi no. Se ne
soffri, ti basta baciare una tipa che le ha mangiate e sei fatto….
PESCE. La più comune è l’allergia ai crostacei,
ma va diffondendosi anche quella al merluzzo.
In realtà, qualsiasi qualità può scatenare una
crisi.
UOVA. Se sei particolarmente sfortunato, possono anche provocarti uno shock anafilattico.
Se sei a rischio, lascia perdere, o almeno mangiale cotte: le alte temperature rendono inattivo il 70% delle proteine dell’ սټ