100% Fitness Mag - Anno II Giugno 2008 | Page 22

Salute & Benessere di Carlo Alfaro Pediatra Il diabete nei bambini P arlando di diabete mellito, il mio primo pensiero, come sicuramente quello di tutti coloro che hanno avuto il piacere di averlo conosciuto, corre alla figura di Isidoro De Martino, un grande Medico, Diabetologo e amico per tutti, che benchè prematuramente scomparso da molti anni, resta ancora vivo nel ricordo di ognuno di noi. Un altro affettuoso pensiero va ai bambini diabetici, come a tutti i bambini con malattia cronica, che, come piccoli eroi, invece di vivere la allegra spensieratezza della propria età, devono quotidianamente confrontarsi col dolore fisico, la paura, la responsabilità, l’incertezza, le limitazioni. Il diabete mellito è una malattia causata dalla carenza di insulina (l’ormone pancreatico che permette alle cellule dell’organismo di utilizzare il glucosio dal sangue) o della sua azione, con conseguente profonda alterazione di tutto il metabolismo del corpo. E’ la più frequente patologia endocrina dell’infanzia, con un’incidenza circa di 1 caso ogni 1000 bambini. La forma più comune nei bambini (circa 90% dei casi) è il tipo 1, o insulino-dipendente, caratterizzato dal deficit assoluto di insulina per la distruzione (su base immunitaria) delle cellule beta del pancreas a seguito di una causa scatenante, di solito virus, in soggetti geneticamente predisposti. Il restante 10% dei casi comprende il tipo 2, o non insulinodipendente, caratterizzato da resistenza all’insulina, e più tipico degli adulti (ad eccezione del MODY, diabete che insorge nell’infanzia ma ha caratteristiche simili a quello degli adulti, ed è dovuto a mutazioni genetiche delle cellule beta pancreatiche), e il diabete secondario a cause varie quali difetti genetici, malattie endocrine, farmaci, patologie pancreatiche I sintomi del diabete sono dovuti alla presenza di glucosio in eccesso nel sangue ma non utilizzabile dalle cellule, per cui si hanno fame e sete con perdita di peso (come se si digiunasse pur nell’abbondanza), poliuria (anche la notte), astenia, fino ad arrivare, se la situazione si scompensa, alla chetoacidosi, con vomito, dolori addominali, disidratazione, dispnea, alito acetonemico, disordini neurologici fino al coma. La terapia del diabete mira a mantenere la glicemia il più possibile entro i livelli normali, in modo da consentire regolari crescita e sviluppo e un minimo rischio di complicanze vascolari a lungo termine (a carico di rene, occhio, sistema nervoso), che sono correlate al grado di controllo 22 100% Fitness Magazine metabolico. I cardini della cura sono: insulina, dieta, esercizio fisico. La terapia insulinica va regolata in base all’andamento delle glicemie, misurate attraverso glucostix 3-4 volte al dì. La difficoltà è trovare il giusto equilibrio tra il rischio di non controllare bene le iperglicemie e quello di causare per eccesso di insulina una pericolosa ipoglicemia. Ciò viene ottenuto miscelando opportunamente in 2-4 iniezioni sottocutanee giornaliere insuline ad azione rapida, intermedia, lenta, o gli analoghi dell’insulina ad azione ultra-rapida, come lispro o aspart, e adattando di volta in volta le dosi in base ad alimentazione, attività fisica, condizioni fisiologiche o patologiche concomitanti. La diagnosi di diabete nel bambino mette a dura provacome tutte le malattie croniche - l’equilibrio e la qualità di vita della famiglia per diverse ragioni:la paura della pericolosità nell’immediato e nel futuro, la necessità di modificare lo stile di vita, la responsabilità della gestione della malattia. Tutto ciò può ingenerare: ansia, tensione, sensi di colpa nei genitori; immaturità, dipendenza, insicurezza nel bambino; opposizione, ribellione, rifiuto nell’adolescente. Da questo si può venir fuori solo attraverso “l’educazione” dei pazienti, che significa fornire loro tutte le informazioni per capire la malattia, prendere coscienza dei problemi che comporta, gestirla con discreta autonomia. La paura e l’ansia nascono dalla non conoscenza, la luce può dissipare le ombre. Si tratta di indicare come un sentiero da percorrere, modificando di volta in volta i comportamenti a seconda delle evenienze ed esigenze. Il fine è garantire al bambino una vita il più possibile normale. L’obiettivo di una società che si definisce civile deve essere quello di consentire a tutti i meravigliosi ragazzi con malattia cronica di vincere la scommessa della “normalità”. La Regione Campania dal 2002 ha organizzato, al