Salute & Benessere
di Aniello Clemente
Umanista
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I
l denaro non puzza. Il figlio
dell’imperatore Vespasiano si era
lamentato con lui delle tasse sulla
latrine pubbliche, dunque Tiberio
prese in mano del denaro, lo porse
al figlio con la mano e disse: «Senti, il denaro non puzza».
Le elezioni sono finite e si ritorna, per chi
non è “investito” personalmente da questo
evento, alla vita quotidiana. Spero, come
tutti quelli che hanno votato, anche quelli
che fedeli ad un ideale o un credo hanno
votato “sperando contro ogni speranza”,
che da questa tornata elettorale nasca un
Italia migliore.
Certo, col voto abbiamo espresso la nostra
dignità di cittadini, ognuno esercitando il
diritto-dovere al voto ha cercato di dare
un valido contributi al bene del Paese, ma
non è finita. Bisogna cambiare modo di
approcciarsi alla politica e al politico di
riferimento. Catturare la stima pubblica è
un movente forte dell’azione umana.
Un dovere fare “la corte ai potenti”, vivere
nell’opinione altrui e dipenderne. Tutto
è lecito pur di salvaguardare l’interesse
personale. Fare come gli altri diventa un
obbligo.
L’arte di piacere e di compiacere assurge a
principio. Non si osa apparire più come si
è. Qui è possibile rintracciare veramente
il dramma dell’uomo moderno che, regolando il proprio agire in funzione dei
vantaggi che possono derivarne, non riesce mai a conquistare la felicità autentica,
giacché la ottiene a danno altrui.
L’ordine pubblico dovrebbe educare a vivere.
L’uomo che ha vissuto di più, infatti, non
è colui che ha trascorso sulla terra il maggior numero di anni, ma «colui che ha sentito di più la vita». Il compito di educare
a vivere, ovvero di educare alla saggezza e
alla virtù, è arduo: può darsene carico colo
chi ha intenzione di agire effettivamente
nell’interesse dell’allievo piuttosto che nel
proprio.
Il dovere normativo dell’esempio conta
molto di più di ogni possibile imposizione. L’aspetto più odioso, tipico di chi