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SaluteBenessere
di Pasquale Scognamiglio
Kinesiologo - Master in posturologia
Posturologia applicata allo sport:
Tennis & Pallavolo
N
egli ultimi decenni il tennis
come la pallavolo ha sperimentato una crescita esplosiva, passando da una realtà per pochi
e poco diffusa ad una in cui lo
si può praticare a qualsiasi età
e in qualsiasi periodo dell’anno.
Contemporaneamente alla sua
diffusione, anche le superfici di
gioco sono cambiate rispetto ai
primi anni del secolo: all’inizio
si giocava su erba e terra rossa
(tennis) o comunque terreni
morbidi e confortevoli, mentre in questi anni il gioco si è
sviluppato su superfici sempre
più dure, resistenti, formate da
materiali sintetici o a base di
cemento.
Grazie all’insieme di questi
fattori uniti alla possibilità di
utilizzare la grossa componente agonistico-competitiva che
contraddistingue questi sport,
anche a bassi livelli di gioco,
l’enorme diffusione ha portato
ovviamente all’aumento degli stress
meccanici sul piede e quindi sull’intero sistema tonico posturale.
Problemi al piede e di conseguenza
alla postura possono ulteriormente
derivare dal contrasto meccanico
funzionale con la calzatura sportiva
e dal rapporto fra calzatura e terreno di gioco; ciò a causa della diversa
elasticità dei materiali a contatto e
del diverso attrito che caratterizza
le varie superfici di gioco. Non tutti
i tipi di piede sono in grado di far
fronte a questo aumento di carichi
di lavoro, ed in determinate condizioni di gioco, per cui spesso si va
verso l’insorgenza di patologie acute,
croniche o acute su croniche.
Perché vi sia la possibilità di trattare
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in maniera ottimale i suddetti tipi di
possibili patologie risulta indispensabile e di fondamentale importanza la determinazione del fenomeno
“dolore“come importante chiave
d’accesso ai vari tipi di intervento e
di terapie. Se si considera il fenomeno DOLORE nello sportivo di uno
di questi due sport, è necessario un
approccio che abbia come metodologia generale la pianificazione di
un procedimento che consenta di
gestire l’atleta programmando uno
sviluppo a tre fasi:
1.Analisi clinica (anamnesi, esame
obiettivo, test diagnostici)
2.Valutazione funzionale posturale
3.Eventuale approccio terapeuticoriabilitativo-preventivo
L’obiettivo fondamentale è quello di
fornire all’atleta la miglior soluzione
terapeutica possibile in conseguenza
di un buon giudizio clinico e diagno-
stico: tutto questo tenendo presente
che molto spesso, però, l’orientamento diagnostico, in ambito di un
primo intervento durante una gara,
deve essere posto con estrema
rapidità, in condizioni ambientali spesso disagevoli e avendo
frequentemente il dolore quale
unico elemento di giudizio per
valutare l’entità del danno. Sono
due pertanto le domande che
deve porsi il posturologo:
• Qual è la causa principale della
patologia?
• Quali sportivi che praticano
questi tipi di sport svilupperanno una lesione da sovraccarico a
livello dei tendini dell’estremità
distale dell’ arto inferiore?
Potendo rispondere esattamente alla prima domanda saremo
sicuramente in grado di attuare
una idonea prevenzione, ma soprattutto si potrebbero mettere
in atto provvedimenti utili c