SPORT & FITNESS
sultato, i primi erano molto più soggetti a infarto dei secondi. “Oggi si è
scoperto che alcune cellule del corpo
umano, chiamate natural killer sono
presenti in misura maggiore nel corpo delle persone allenate. Si tratta
di cellule in grado di uccidere quelle
che degenerano verso formazioni tumorali” spiega Arcelli. Per arricchire
il corpo di questi killer naturali dei
tumori è però fondamentale praticare
un’attività fisica regolare, e non tanto intensa. Una corsa al mese,infatti,
non servirebbe, anzi: diminuirebbe
la quota di natural killer in circolo,
senza dare il tempo all’organismo di
abituarsi, producendone in misura
superiore al normale.
DIMMI COME BRUCI… Per capire
quale sia l’allenamento più adatto, occorre conoscere il funzionamento del
cosiddetto “metabolismo energetico”.
Il corpo umano usa l’Atp (adenosintrifosfato) come carburante per la
contrazione dei muscoli: questa molecola può essere prodotta in modo
“alattacido” (per un tempo di non più
di 10-15 secondi), “lattacido” (per
circa 2-3 minuti) e “aerobico” (teoricamente fino a quando nel corpo ci
sono lipidi e glucidi). I centometristi usano il primo sistema per il loro
sforzo, brevissimo e molto intenso. Il
secondo tipo di metabolismo è tipico
di sport di breve durata, come gli 800
metri piani, mentre il terzo interessa
un’ampia categoria di esercizi che ha
nella maratona il suo esempio classico. Solo il terzo tipo di metabolismo
permette di praticare sport di lunga
durata senza avvelenare i muscoli
con acido lattico, responsabile della
sensazione di pesantezza e bruciore
dei muscoli. “Allenare la fase aerobica
è alla portata di tutti, a patto di essere
in condizioni idonee: in Italia abbiamo un sistema di controllo semplice
che viene in questi anni copiato da
molti Paesi del mondo. Quello del
certificato medico” dice Arcelli.
MORTE IMPROVVISA. Una visita di
controllo prima dell’attività fisica
rappresenta,infatti,un vero salvavita:nella sola Francia muoiono ogni
anno circa 1500 atleti all’apparenza
in perfetta forma. È la cosiddetta
“morte improvvisa dello sportivo”, ma
in quasi tutti i casi si tratta di situazioni di non idoneità ignorate prima
dell’attività fisica. “Il consiglio è quello di fare il certificato medico semplice fino a 30 anni e una visita dal
medico sportivo negli anni successivi.
Le patologie importanti, infatti, fino
a 30 anni sono quasi sempre congenite e facilmente riconoscibili: dopo,
possono essere derivate dallo stile di
vita e aver bisogno di un indagine più
approfondita” spiega Arcelli. Valutato
lo stato di salute, il passo successivo è
scegliere lo sport più adatto, in base ai
gusti e alla predisposizione fisica, ma
facendo grande attenzione ai segnali
del corpo. Il battito cardiaco, meglio
se monitorato con un cardiofrequenzimetro, è l’equivalente del contagiri
per l’automobile. Scelto il piano di
allenamento, non bisogna mai superare la soglia massima di pulsazioni
al minuto, pari a 220 meno la propria
età per gli uomini e 205 meno l’età
per le donne.
Altro rischio in agguato è quello
dell’iperallenamento, specie se associato allo stress competitivo. Se una
partita a tennis o una corsa con un
collega sono vissute come una sfida
all’ultimo sangue, è meglio lasciar
perdere. Perché durante una gara di
questo tipo, il corpo riceve stimoli
violenti: gli ormoni che provocano
tensione si riversano nel sangue mentre la pressione psicologica sollecita
ghiandole e sistema nervoso. Subentra nel tempo una sensazione di fatica cronica che prende il sopravvento
e si possono perdere sonno e appetito.
Sintomi simili a quelli della depressione.
CORRO FELICE. È solo seguendo regole di buon senso, dunque, che si possono ottenere benefici. Non soltanto
fisici,come ha spiegato lo psichiatra
americano William Glasser: la ripetitività di un gesto naturale come
quello della corsa sembra avere benefici sullo stato emotivo delle persone.
Secondo questa teoria, correndo si fa
eseguire al cervello un programma
naturale (l’uomo primitivo correva
per difesa) scritto nei nostri geni: una
sorta di pilota automatico che lascia
la coscienza libera di formulare nuovi
pensieri perché poco impegnata nella
gestione di rapporti e posizioni sociali. A questi pensieri sono associati
sensazioni di piacere. E forse sono
proprio queste a spingere alcune persone a svegliarsi all’alba per la corsetta prima del lavoro…
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