100% Fitness Mag - Anno II Agosto 2008 | Page 15

PERCHE’ IN SITUAZIONI PUBBLICHE SI ESITA A INTERVENIRE IN SOCCORSO DI UN ESTRANEO? PERCHE’ PER PULIRE I DENTI E’ NECESSARIO IL DENTRIFICIO? E’ accertato che la disponibilità a prestare soccorso in un evento tragico è minore quando vi sono più persone ad assistere. La psicologia sociale descrive un insieme di condizioni da cui dipende la decisione di intervenire o meno in soccorso di qualcuno quando si trova in presenza di altri. Un evento, infatti, può non sembrare una vera emergenza perché la circostanza che si stà osservando si può prestare a diverse interpetrazioni. Se si vede un uomo che cammina barcollando e cade, nella maggior parte dei casi si guardano le altre persone presenti per controllare come valutino la situazione. Ciò fa si che ognuno esiti ad agire, dimostrandosi in questo modo un modello di passività per gli altri. Meglio in pochi. La presenza di più persone, che hanno pari possibilità di attivarsi per fornire aiuto, porta a una “dispersione” della responsabilità: se questa è condivisa, è possibile che non ci si senta chiamati in causa in prima persona e che si attenda che si ano gli altri ad agire. Anzi, quando maggiore è il numero delle persone che potrebbero intervenire tanto meno è probabile che qualcuno lo faccia. E così la cronaca è ricca di casi di omissione di soccorso anche in circostanze di indubbio pericolo: furti, violenze, incidenti che si consumano sotto gli occhi di testimoni inerti. Lavarsi i denti con l’acqua non basta, perché per rimuovere le macchie sono necessarie le sostanze collose e abrasive contenute nel dentifricio. Una di queste è il solfato di sodio, che grazie all’azione sfregante dello spazzolino, si attacca alle macchie per poi rimuoverle. Il dentifricio contiene anche altre sostanze indispensabili per l’igiene orale, per esempio gli agenti con proprietà antisettiche che prevengono la carie, come il fluorato di sodio o lo zinco, aromi come la menta per correggere l’alitosi e sostanze a effetto benefico e protettivo come le vitamine e il calcio, spesso di origine animale. Per i vegetariani però esistono in commercio anche dentifrici che contengono solo calcio vegetale, estratto dalla frutta. PERCHE’ QUANDO CI SI IMMERGE L’ACQUA NON ENTRA NELLE ORECCHIE? In realtà nel corso di un’immersione, in apnea o con le bombole, l’acqua penetra nell’orecchio ma solo fino alla membrana timpanica (timpano), quel sottile tessuto che separa il condotto uditivo dall’orecchio interno. Quest’ultima parte può essere raggiunta dall’acqua solo se il timpano è perforato e in tal caso, la lesione causa dolore, vertigini e otiti. Compensazione. Per evitare lesioni della membrana timpanica è fondamentale, nel corso dell’immersione, eseguire alcune semplici azioni, come deglutire o soffiare nel naso, tenendo bocca e naso chiusi; sono le tecniche di compensazione forzata dell’orecchio. Così facendo si immette aria nella cassa del timpano e si produce una forza, pari a quella esercitata dall’acqua sul timpano stesso, che riequilibra la pressione all’interno dell’orecchio. PERCHE’ STIAMO BENE NELLA VASCA A 39° MA NON IN UNA STANZA ALLA STESSA TEMPERATURA? Nonostante l’acqua nella vasca sia a 39°C, l’aria nel bagno è solitamente più fredda, e questo permette al corpo di disperdere il calore in eccesso. Perdita favorita anche dall’evaporazione dell’acqua della vasca. Al contrario, quando l’aria in una stanza è a 39°C, il calore fluisce verso il corpo (che di norma è a 37°C) anziché fuoriuscirne, e la temperatura interna tende a risalire. La sensazione di stress suscitata dalla necessità di smaltire il calore in eccesso stimola allora il cervello a intraprendere azioni quali bere una bibita fresca o spostarsi in una stanza più fredda. 100% Fitness Magazine 15