XL, l'house organ di OPES anno 2, n°7, agosto_settembre 2020 | Page 24

La scuola che verrà

SONO TRASCORSI OLTRE SEI MESI DA QUEL 5 MARZO QUANDO IL PREMIER CONTE , NEL CORSO DI UNA DELLE NUMEROSE CONFERENZE STAMPA , ANNUNCIAVA INSIEME ALLA MINISTRA AZZOLINA , ESPRESSIONE DEL MOVIMENTO 5STELLE , LA CHIUSURA PROVVISORIA DELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO PER CERCARE DI CONTENERE LA PANDEMIA DA COVID-19 .
Quel giorno sembrò che in breve tempo gli studenti sarebbero rientrati nelle loro classi , magari un paio di settimane al massimo e tutto sarebbe tornato come prima . Non era così . Il lockdown , che ha bloccato tutto il Paese due mesi , per la scuola si è anche protratto oltre . Gli studenti sono stati chiamati a collegarsi da casa per via telematica almeno fino alla fine dell ’ anno scolastico e hanno dovuto attendere dopo l ’ estate per rivedere l ’ interno di un ’ aula . Sei interminabili mesi lontano dai propri insegnanti e dai compagni di classe , con la possibilità soltanto , per chi possedeva un computer e una connessione stabile , di collegarsi per seguire almeno qualche ora di lezione online . Si è trattato del periodo di stop della scuola più lungo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale . Infine , finalmente , il 14 settembre la campanella è suonata per oltre cinque milioni di studenti in tredici differenti regioni italiane mentre , una settimana dopo , sono rientrati in classe altri 2.5 milioni di studenti nelle regioni che ancora mancavano all ’ appello . Motivo del ritardo ? Semplice : secondo i governatori di quei territori le strutture non
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