XL, l'house organ di OPES anno 2, n°4, aprile 2020 | Page 8
Detraining:
le conseguenze della
riduzione dell’attività
fisica quotidiana
D
a quasi due mesi ormai
la maggior parte della
popolazione
italiana
è
chiusa entro le quattro
mura domestiche, con la possibilità di
uscire di casa e allontanarsi soltanto
per comprovate esigenze lavorative,
per poter acquistare beni di prima
necessità o per motivi di salute.
Questo stop forzato è stato una scelta
di
responsabilità,
indispensabile
per salvaguardare il benessere e
la salute di tutti; ma le restrizioni
stanno avendo un enorme peso,
non soltanto a livello psicologico,
ma anche dal punto di vista fisico.
Conseguenze che stanno colpendo
soprattutto quelle persone che prima
dell’emergenza erano fisicamente
molto attive e svolgevano abitualmente
attività sportiva, anche se non
agonistica. Se in questi giorni è molto
in voga l’allenamento casalingo e
diverse palestre, centri sportivi e
professionisti del settore stanno
mettendo a disposizione gratuitamente
i loro programmi, rimane tuttavia
evidente che, per quanto ben fatto,
08
l’allenamento da casa non può avere la
stessa efficacia di quello svolto nelle
sale pesi, negli stadi o all’aria aperta.
C’è inoltre da considerare che in questo
momento di difficoltà, di paure e
di incertezze, non tutti riescono a
trovare la voglia e la motivazione
per continuare ad allenarsi. Si può
quindi dire che, a livello complessivo,
gli italiani stiano momentaneamente
svolgendo poco movimento. E questo
non è un bene dal momento che, come
è risaputo, svolgere regolare attività
fisica e cardiovascolare apporta
notevoli benefici all’organismo e uno
stop, anche se di poche settimane,
comporta
la
perdita
parziale
o completa degli adattamenti
fisiologici, anatomici e prestativi
indotti
dall’allenamento. Questa
riduzione della quantità quotidiana di
esercizio fisico viene generalmente
definita detraining (deallenamento). Si
assiste, in pratica, ad una regressione
dei miglioramenti che riguardano
la forza, la resistenza e la massa;
una regressione che è direttamente
proporzionale al tempo di pausa.